"Autobiografia del compagno Comollo Gustavo (Sbalafra).
Sono nato a Torino nel 1904 da famiglia proletaria. Mio padre [Secondo Comollo] era tornitore presso le Officine ferroviarie, mia madre [Anna Ribero] era casalinga.
I miei studi si limitano alla 5° elementare ed alla 6° classe serale. Ma già nellle vacanze, all'età di 10 anni, causa le strettezze famigliari, (mia madre era vedova con 5 figli a carico) io lavoravo presso una piccola bottega da ciclista.
E' stato in quel periodo, nel 1914, che cominciai a conoscere le lotte del lavoro, nella maniera in cui si può capire a quell'età, ma mi sono ancora impresse ora le discussioni in famiglia per lo sciopero alla fabbrica di automobili dell'Itala, dove mio fratello lavorava in qualità di operaio ed alle cui lotte partecipava attivamente come sindacalista nell'organizzazione di Armando Borghi.
Ero allora amico e compagno di Egidio Provera, la cui figura fu poi nota nell'ambiente torinese, quale membro della Commissione interna della Fiat insieme a Parodi. Egli mi servì da guida e mi fu maestro. Con Provera mi iscrissi alla Federazione giovanile socialista nel circolo Augusto Bebel, nel 1919. In quel momento ero operaio tornitore alla Biak.
Giovanissimo mi sono trovato nel movimento con abbastanza entusiasmo, portato più all'azione che allo studio. Per la mia vivacità e per la partecipazione a tutte le lotte del dopo guerra, specie all'occupazione delle fabbriche, ebbi il primo inconveniente in occasione del processo della Biak, per cui dovetti rimanere latitante per qualche tempo, senza peraltro subire condanne né arresti.
Venni poi chiamato all'"Ordine Nuovo", come guardia fissa, sino al ns arresto ed all'incendio del giornale. Inutile dire che in quel periodo la mia coscienza di classe si rafforzò e che fu praticamente da allora che ebbe inizio la mia vita semiclandestina in legame all''attività del compagno Bernolfo. Di questo può far fede il compagno Massola.
Nel 1924 andai militare e nemmeno qui perdetti i contatti con il Partito che allacciai a La Spezia. Rientrato a Torino nel 1925 feci parte del Settore Crocetta insieme al compagno Sandrone. Era questo il periodo in cui il Partito trasformava la sua struttura territoriale in cellule.
Dopo alcuni arresti preventivi, nel 1927 fui inviato al Tribunale Speciale insieme a Conte, Bronzo, Sandrone ed altri compagni. Venni condannato a 4 anni, scontati interamente a Padova.
Non ho mai fatto ammissioni. In seguito, per accordi presi col compagno Parodi e Scoccimarro, essi pure in carcere con me a Padova, il Partito mi inviò in Svizzera al Congresso giovanile di Ginevra. Dopo di che fui inviato a Parigi e poi alla scuola di Partito a Mosca, verso la fine della Scuola fui anche utilizzato per un viaggio in Germania, nei giorni successivi all'avvento di Hitler.
Tornato a Parigi, alla fine del 1933, lavorai nell'apparato di Partito, venni utilizzato insieme alla compagna Rita Montagnana e Visentin, in un lavoro tecnico di collegamenti e passaggi clandestini e, sempre in legame a questo lavoro, venni trasferito a Nizza. Nel 1934, il mio terzo viaggio clandestino in Italia, fui arrestato a Genova ed inviato al confino.
Le vicende del mio arresto sono note all'organizzazione del confino: Cicalini, Pratolongo, ecc... Il mio fermo atteggiamento poteva meritarmi anche il carcere, ma ciò nondimeno, come diversi altri compagni fermati in quello stesso periodo, venni inviato al confino, dove rimasi 8 anni e 3 mesi, a Ponza ed a Ventotene. Durante quel periodo non ho avuto divergenze politiche, salvo all'epoca del patto di amicizia sovietico-tedesca. La mia posizione fu quella della Internazionale comunista, sebbene, nella passione delle discussioni all'interno dell'organizzazione di confino, il mio comportamento diede luogo ad un richiamo, senza peraltro giungere ad un provvedimento disciplinare.
Ritornato a Torino nell'agosto del 1943 con tutti gli altri deportati politici, passai immediatamente nella zona di Barge insieme al compagno Conte, dove fui commissario politico del 1° Bgt Pisacane, successivamente commissario di raggruppamento con Colajanni ed infine commissario di zona a Cuneo.
Dopo la Liberazione il Partito mi trattenne a Cuneo, presso la Federazione provinciale con l'incarico della stampa e propaganda e poi responsabile della Commissione quadri.
Nel 1946 venni a Torino per essere segretario della 15° Sezione fino al momento in cui, richiesto dal Comitato regionale per la Federazione di Alessandria, mi venne assegnata la zona di Casale, [fui] cooptato nel Comitato federale di Alessandria. Vi rimasi circa un anno ed in seguito, tornato a Torino, passai per poche settimane all'organizzazione della provincia e poi alla Commissione quadri. Al mio ritorno alla Federazione torinese (agosto 194..) venni cooptato nel Comitato federale torinese e nell'esecutivo al momento in cui (ottobre 1949) assunsi la responsabilità della Commissione quadri di Federazione. Dall'aprile 1953 lasciai la Commissione quadri per assumere il lavoro di segreteria dell'Anpi. Sono stato rieletto nel Comitato federale uscito dal VIII congresso provinciale.
Comollo Gustavo 3 giugno 1954"
Comollo rimase segretario dell'Anpi fino al 1956. "Successivamente ha assunto numerose altre responsabilità di Partito fino a seguire assiduamente il lavoro di organizzazione e di direzione dell'attività di Partito nella zona Centro di Torino." Per lungo tempo, sicuramente fino al 1975, ma forse anche dopo, fu membro della Commissione federale di controllo della Federazione torinese del Pci.
Iscritto al Pci dal 1921
[autobiografia e altre notizie in Fondo G. Garelli b. 1, fasc. 1/2]