Le dogane svolgono attività di presidio e controllo sulle merci e sui viaggiatori al fine della regolarità dei traffici commerciali e della protezione della salute dei cittadini . L’attività svolta garantisce nel contempo la semplificazione delle procedure agli operatori economici altamente affidabili, nelle operazioni e nei regimi doganali, svolgendo le funzioni di vigilanza e controllo della riscossione dei tributi doganali, a tutela dell’erario unionale e nazionale. La crisi del 1929, trascinatasi poi per buona parte degli anni Trenta, determinò, su scala internazionale, una recrudescenza del protezionismo, che si manifestò con aumenti daziari, inasprimentodeidivietieconomici97,ripristinodeicontrollistatalisuipagamenticon l’estero98, restrizioni nelle clausole degli accordi commerciali. La politica tariffaria venne dibattuta in una sessione speciale del Consiglio Nazionale delle Corporazioni (1921) e nel corso dei dibattiti emerse che la politica classica dei trattati bilaterali era ancora ritenuta la più producente per gli interessi nazionali. Malgrado i tentativi messi in atto dalla Società delle Nazioni, si registrò un continuo incremento dei dazi doganali. In Italia tale politica venne attuata con il Regio Decreto Legge 13 aprile 1933, n. 348, con il quale venne data facoltà al Governo di imporre sopraddazi, pari al 50% della Tariffa generale, sulle merci provenienti da paesiche ostacolassero l’importazione di merci italiane; si autorizzò il Governo ad imporre dazi dal 20% al 40% sulle merci provenienti da paesi non legati al nostro con accordi commerciali99;si elevarono i coefficienti di compensazione sulle merci provenienti da Paesi a valuta deprezzata100. Tutti questi provvedimenti ebbero un’incidenza assai ridotta nell’insieme dellapolitica tariffaria poiché, sull’esempio di quanto avveniva inFrancia ed in Germania, negli anni Trenta si diffuse in tutto il mondo il sistema degli scambi bilanciati. Esso consisteva in accordi bilaterali attraverso i quali due paesi stabilivano i contingenti annuali di merci da scambiarsi e regolavano le reciproche situazioni debitorie e creditizie con il sistema del clearing, attraverso appropriati istituti governativi. A tal fine venne creato inItalial’istituto nazionaleperl’esportazionetrasformatopoiinIstitutoNazionale Fascista per gli scambi con l’Estero101. Il regime degli scambi fu articolato in quattro sottosistemi102: •merci di libera importazione; •merci di licenza; •merci a contingente; •merci soggette ad autorizzazioni da rilasciarsi dalle dogane. È evidente che in un sistema così congegnato i dazi avessero una importanza relativa e prettamentefiscale,essendolafunzioneeconomicacompletamenteassorbitadalla regolamentazione commerciale e valutaria. In breve gli accordi bilaterali di contingentamento commerciale coprirono la quasi totalità degli scambi tral’Italia e gli altri paesi. Le sanzioni adottate contro l’Italia nel 1935, a causadell’impresad’Etiopia, determinarono da parte nostra la rappresaglia delle controsanzioni103e quindil’adozione del nazionalismo economico o autarchia, che improntò la politica economica italiana fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, anche dopo che furono revocate le sanzioni economiche e che furono ripresi regolari rapporti commerciali, attraverso una lunga serie di accordi conclusi fra il 1936 ed il 1937. Allo scoppio della guerra, l’Italia aveva stipulato Trattati di commercio con 72 Stati; con 55 di essi applicava la clausola della nazione più favorita, con 16 aveva negoziato accordi sulla base della Tariffa generale e con 25 aveva accordi di contingentamento, di pagamento e di compensazione.Una breve nota merita la politica doganale adottata dall’Italia con le proprie colonie. Il sistema adottato era mutuato da quello delle altre potenze coloniali verso i paesi assoggettati: le colonie riservavano un trattamento preferenziale, e talvolta esclusivo, verso i prodotti della madre patria, nel mentreconservavanolapropriaautonomiadoganaleversoipaesi terzi.Dicontrovenivano accordate agevolazioni tariffarie ai prodotti coloniali, talora proteggendoli attraverso il sistema dei divieti economici dalla concorrenza dei prodotti delle altre nazioni. Dal 1921, la tariffa italiana prevedeva lo stesso trattamento per tutte le provenienze coloniali104,ma dopo laconquista dell’Etiopia vennerostabiliti due diversi trattamenti tariffari, uno per la Libia ed uno per l’Africa orientale italiana.