E' un comune italiano della regione Emilia-Romagna. Comune della Regione Emilia-Romagna. La notte tra l’8 e il 9 settembre 1943 lampi ed esplosioni d’artiglieria squarciarono le tenebre in più punti della città, risvegliando bruscamente i parmigiani. Anche a Parma, dopo l’annuncio radiofonico dell’armistizio, era scattato il “piano Achse” predisposto dai comandi tedeschi per l’occupazione militare del territorio italiano. Unità del 1° Reggimento granatieri corazzati Leibstandarte SS Adolf Hitler, acquartierate già da diverse settimane nelle campagne tra Parma e Reggio Emilia, avevano aperto il fuoco contro le installazioni dell’esercito italiano. Le prime cannonate tedesche colpirono il Palazzo del governatore in Piazza Garibaldi, sede del Comando di presidio, causando una vittima tra i militari di guardia che risposero al fuoco. Intorno alle quattro del mattino vennero attaccate le caserme della Cittadella e della Pilotta, la sede delle Poste e telegrafi in Via Pisacane, la Scuola d’applicazione della fanteria nel Palazzo Ducale. Fu in questi ultimi due punti che i combattimenti si svolsero più aspri. Particolarmente intorno alla Scuola di applicazione dove gli ufficiali-allievi e i soldati dei servizi (poco più di duecento uomini in tutto, cinque i caduti) resistettero fino alle sette quando i tedeschi fecero irruzione. La mattina del 9, la città era ormai pienamente sotto il controllo delle armi tedesche. Molti fuggiaschi, soccorsi e nascosti dalla popolazione locale, avrebbero successivamente raggiunto la Svizzera; altri sarebbero stati avviati verso l’Appennino, talvolta unendosi alle prime bande partigiane. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana anche a Parma si procedette a riorganizzare l’apparato periferico dello Stato. Il 21 settembre Antonio Valli, segretario federale fino al 25 luglio, aveva ripreso il suo posto e il 26 ottobre venne nominato Capo della provincia con funzioni di Prefetto. La federazione del Pfr si insediò dapprima nel Palazzo del governatore per poi trasferirsi in quello della borsa merci. Fra CLN, Comando Militare di Piazza e comandi di montagna corse un flusso ininterrotto di rapporti: messaggi, comunicazioni, informazioni, segnalazioni su persone sospette che si trasferivano in montagna, invio di documenti falsi e molto altro ancora. Dietro a tutto questo stava un lavoro organizzativo e pratico che chiamava all’opera centinaia di persone; stavano le staffette che dovevano attraversare più punti di obbligato passaggio controllati dal nemico. Numerosissime le fucilazioni per rappresaglia. I partigiani e le truppe alleate fecero il loro ingresso a Parma la mattina del 26 aprile. La notte precedente gli ultimi reparti militari tedeschi, con i fascisti ancora presenti in città, avevano abbandonato Parma, lasciando dietro di sé piccoli nuclei di franchi tiratori, appostati su alcuni edifici, allo scopo di ostacolare, in qualche modo, l’azione dei reparti partigiani. Nel corso dell’insurrezione, la città non subì gravi danni. Parma fu presto in festa mentre procedevano i rastrellamenti dei fascisti e dei collaborazionisti rimasti, attività che proseguì anche nei giorni successivi. Il 27 aprile 1945, il commissario provinciale del Governo alleato militare, Magg. Burns, giunse a Parma con l’incarico di garantire il governo della provincia fino al 4 agosto quando l’Emilia sarebbe stata restituita alle autorità italiane.