Santo Stefano d’Aveto è un comune della città metropolitana di Genova, situato nell’alta Val d’Aveto (bacino del Taro). Durante gli anni della Resistenza, Santo Stefano d'Aveto rientrava nella VI Zona Operativa Partigiana, una vasta area del territorio ligure, alessandrino, pavese e piacentino, ed era situato lungo la provinciale Bobbio-Chiavari. Nell'alta Val d'Aveto e Val di Ceno, sui monti Penna e Tomarlo, operava la 57^ Brigata Garibaldi "Berto", dipendente dalla Divisione "Cichero". Il piano germanico per controllare le vie di comunicazione fra Toscana, Liguria e Valle del Po portò a combattimenti, stragi, fucilazioni, saccheggi e incendi: oltre 6.000 nazifascisti, ben armati, contro poco meno di 2.000 partigiani, con poche armi e scarse munizioni. Nell'agosto del 1944, tuttavia, i "ribelli" riuscirono a respingere più volte il nemico, costringendolo a chiedere rinforzi. Il 27 agosto 1944 si svolse la Battaglia di Allegrezze, frazione di Santo Stefano d'Aveto: soldati nazifascisti, penetrati nella valle per compiere un rastrellamento contro i partigiani locali, furono attaccati da questi ultimi lungo la strada. Nello scontro morirono 5 soldati e 37 rimasero feriti, mentre nello schieramento partigiano fu colpito a morte Silvio Solimano, detto "Berto". A scopo punitivo, il 29 agosto successivo, il maggiore Girolamo Candelo, comandante del contingente nazifascista, ordinò una rappresaglia dando alle fiamme il paese di Allegrezze; nel rogo furono risparmiate la locale chiesa, la canonica e la scuola.