Confederazione fascista dei lavoratori Unione provinciale di Como

  • Storia

    Dopo la realizzazione della Casa del fascio, il progetto del palazzo dell'Unione fascista dei lavoratori dell'industria si inserisce nel programma di organizzazione nella città di Como di una zona di servizi rappresentativi del regime.
    Un concorso indetto nel febbraio 1938 è alla base della costruzione della nuova sede degli uffici direttivi, legali ed amministrativi, dell'Unione dei lavoratori e delle diverse corporazioni che vi facevano capo. Negli spazi previsti vi era anche una sala riunioni in grado di ospitare 500 persone, l'ufficio di collocamento e della cassa Mutua, con servizi di assistenza medico-sanitaria.
    Dei sedici progetti presentati al concorso di primo grado, risultò vincitore quello denominato "Sant'Elia 5", elaborato dal gruppo coordinato da Pietro Lingeri e composto da Cesare Cattaneo e Luigi Origoni, con l'iniziale collaborazione di Mario Delfino Terzaghi e Augusto Magnaghi e, successivamente, dell'ingegnere Renato Uslenghi per i disegni esecutivi delle strutture portanti.
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    Con l'approvazione definitiva da parte della municipalità, avvenuta il 5 luglio dello stesso anno, e la licitazione per il contratto con l'Impresa Nessi-Majocchi per l'esecuzione dell'opera, si procede all'allestimento del cantiere; alla fine del mese di agosto sono avviati i lavori con lo scavo dell'area. I lavori procederanno con difficoltà, ostacolati dagli eventi bellici e condizionati dalle restrizioni imposte dal piano di autarchia.
    Nel corso della sua costruzione, portata a compimento quasi contemporaneamente alla prematura scomparsa di Cattaneo, l'opera si differenzierà non poco dal progetto finale, perdendo molti degli elementi di modernità.

    https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00019/