Ventenne aderisce alla Resistenza e, nell’imminenza di un rastrellamento tedesco contro partigiani e renitenti della sua zona, entra a far parte dal 1° marzo 1944 dei gruppi delle
frazioni di Pornassio (IM), con i quali raccoglie le armi abbandonate dai soldati sbandati dopo
l’armistizio. Il giorno 11, nel corso del rastrel- lamento, partecipa con altri giovani, fra i quali
Ercole Pario, agli scontri che hanno luogo a Pornassio e Nava. Con Arnaldo Pelazza costituisce un gruppo che prende il nome di battaglione Lupi, dislocato fra Case di Nava e Forti di Nava. A luglio, quando il battaglione Lupi, sotto il comando di Pelazza, si collega alle formazioni garibaldine guidate da Nino Siccardi (Curto), viene nominato commissario politico, quindi vicecommissario e, in seguito, commissario della 1° brigata Belgrano della divisione Cascione, dislocata a Case di Tiglieto, sotto il comando di Giorgio Olivero. Nell’ottobre 1944, a seguito della riorganizzazione delle formazioni partigiane dell’imperiese, viene promosso commissario della brigata Belgrano, dislocata a Fontane di Frabosa, in val Corsaglia (CN). A fine novembre, quando si costituisce la 2° (poi 6°) divisione d’assalto Garibaldi Bonfante ne diviene commissario politico. A marzo passa alla 4° brigata Arnera, dislocata in alta val Tanaro, sempre in qualità di commissario politico. Pochi giorni dopo la Liberazione, inviato dal Comando della I Zona in località Piaggia Marittima, nei pressi di Briga, imbattutosi con un piccolo gruppo di partigiani in una squadra di soldati senegalesi che non riconoscono l’autorità dei partigiani, riesce ad evitare un conflitto a fuoco trovando un’intesa con un ufficiale francese. Invalido di guerra, diviene professore di lettere, svolgendo inoltre attività di pubblicista.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.139-140