Partigiano della 4° Brigata Garibaldi "Guarrini", 2° Divisione Garibaldi "Felice Cascione", I Zona Operativa Liguria.
Carabiniere in servizio presso la stazione ventimigliese di Mortola (IM), dopo l’armistizio rifiuta la collaborazione con la Rsi e diviene uno dei primi componenti della banda partigiana organizzata nei casolari di Magaietto da Felice Cascione (Megu). Il mattino del 24 gennaio 1944, mentre è impegnato con i compagni nella difesa della zona di Ormea (CN), viene catturato nei pressi di Alto (CN) nel corso dell’attacco effettuato da contingenti tedeschi e fascisti contro la banda Cascione. Viene percosso con violenza dai tedeschi che vogliono indurlo a rivelare dove si trovi il comandante della banda il quale, ferito e nascosto dietro un muricciolo, decide subito di uscire allo scoperto per evitare problemi ai compagni, venendo immediatamente ucciso. Rinchiuso nelle carceri di Oneglia (IM) e destinato alla fucilazione, Cortellucci riesce a scampare all’esecuzione raccontando di essere stato costretto ad unirsi
ai partigiani e probabilmente, grazie all’intervento del comando dell’Arma, viene rilasciato
e nuovamente incorporato nei carabinieri. Ai primi di ottobre sfrutta l’occasione propizia
per raggiungere ancora la montagna e unirsi ai partigiani del 1° distaccamento Walter Berio, della 4° Garibaldi brigata Guarrini, con i quali prende parte a diverse azioni raggiungendo il grado di vicecomandante di battaglione. Il 29 dicembre viene sorpreso in località Castagna, sopra la frazione di Pantasina (IM), dall’attacco di truppe nemiche dirette da Borgomaro al passo della Pistona. Ferito, e sentendosi ormai accerchiato dopo aver raggiunto un riparo, si suicida per non cadere ancora in mano ai tedeschi. Decorato con medaglia d’argento al valor militare alla memoria.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp. 143-144