Caporale maggiore dell’esercito, inizia la sua attività antifascista nel novembre 1943 con un gruppo di giovani del quartiere genovese di Sturla. Per la sua attività antifascista compare nella lista di 81 nominativi che Giusto Veneziani, capo dell’Ufficio politico della Questura di Genova, il 3 agosto 1944 consegna al procuratore di stato presso il Tribunale speciale di Genova. Per sfuggire alla cattura sale in montagna, unendosi al distaccamento Peter operante in val Fontanabuona e assumendo il comando del distaccamento Villa, spostatosi poi in valle Aveto per costituire un posto di blocco al passo della Forcella. All’inizio del rastrellamento estivo il suo distaccamento è posizionato a Barbagelata per arginare l’avanzata nemica in val Trebbia e successivamente si porta in val Borbera. Il 27 settembre, con Aurelio Ferrando (Scrivia) e Lilio Giannecchini (Toscano), guida tre squadre del distaccamento all’attacco del presidio fascista di Isola del Cantone (Genova), disarmando tutti i militari e conquistando un cospicuo bottino di armi e munizioni. Ai primi di gennaio sostituisce Giuliano Cristofolini (Maranza), trasferito alla brigata Jori, in qualità di Capo di stato maggiore della brigata Oreste. Il 26 marzo 1945 partecipa alla riunione per completare la formazione del Comando della divisione Pinan-Cichero, della quale la brigata Oreste farà parte. Nei giorni della Liberazione partecipa alle trattative per la resa dei presidi tedeschi nella zona di Savignone, Crocefieschi e Borgo Fornari.