Alfredo Cucco (Castelbuono, 26 gennaio 1893 – Palermo, 21 gennaio 1968) è stato un politico, medico oculista e docente italiano. Nell'aprile 1923 con la fusione dei nazionalisti con il Partito Nazionale Fascista Cucco divenne federale provinciale della nuova compagine. Fu dal 1924 membro della Direzione nazionale del Partito Nazionale Fascista, e membro del Gran Consiglio del Fascismo. Fu quindi eletto alla Camera dei deputati nel 1924 nel listone fascista. In occasione proprio delle elezioni politiche del 1924 molti elementi mafiosi approfittarono per infiltrare il PNF o addirittura fondando delle nuove sezioni cittadine e lo stesso Cucco non poté fare nulla per impedirlo. La Lista Nazionale, un cartello elettorale di cui facevano parte il Partito Nazionale Fascista, la ormai sciolta Associazione Nazionalista Italiana e la maggioranza degli esponenti liberali e democratici, in Sicilia aveva ottenuto un clamoroso successo ottenendo circa il 70% dei consensi. Quindi fu segretario federale del PNF di Palermo dal 1925 al 1927. Nel maggio 1924, vinte le elezioni politiche del 1924 il Presidente del Consiglio Benito Mussolini, si recò in visita in Sicilia nel corso della quale venne per la prima volta a contatto con elementi mafiosi dell'isola e da quel momento decise che non avrebbe tollerato che esistesse uno "stato nello stato". Presto Cucco entrò in polemica con il prefetto Cesare Mori, inviato da Mussolini in Sicilia per contrastare cosa nostra. Dopo numerosi processi e accuse false, fu espulso dal PNF nel 1927 "per indegnità morale" e sottoposto a processo con l'accusa di aver ricevuto denaro e favori dalla mafia. Venne assolto con formula piena nel 1931 e rientrò nel partito solo nel 1937; nel 1939 tornò a Montecitorio, come consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Nell'aprile del 1943 Mussolini lo nominò vicesegretario nazionale del PNF. Quindi aderì alla Repubblica Sociale Italiana, dove fu membro della direzione del Partito Fascista Repubblicano e commissario dell'Opera nazionale del dopolavoro e dal febbraio 1944 fu nominato Sottosegretario al ministero della Cultura popolare. Arrestato alla fine della guerra, fu processato dalla corte d'assise di Venezia e prosciolto nel gennaio 1947. Nel dicembre 1946 fu uno dei fondatori a Roma del Movimento Sociale Italiano e dal 1948 segretario regionale.