Dani, Gino, (Capitano Franco o Franco)

  • Biografia

    Esponente del CLN di Genova che aveva preso parte alla costituzione della Brigata Giustizia e Libertà di Sanremo (IM), basandola su un'organizzazione di tipo SAP. Grazie all'opera di reclutamento svolta dai capi Distaccamento, gli effettivi della Brigata superano presto la trentina. Viene anche organizzato un SIM, Servizio di Informazioni Militari, i cui rapporti vengono trasmessi al "Capitano Franco", e costituito il collegamento con i Distaccamenti in montagna nell'imperiese per i quali il "Capitano Franco" reperisce generi di conforto e vestiario.
    Fonte: Biga, Francesco, Iebole, Ferruccio, "Storia della Resistenza imperiese. I Zona Liguria", volume V, Imperia 2016, p. 100

    Viene parzialmente citato in comunicazione originale del 29/08/1944 inviata da Carlo Farini (Simon), comandante del Comando Militare Unificato Regionale Ligure, ad Augusto Miroglio (Barese), segretario della Federazione del Pci di Imperia. Vi si legge testualmente:
    "Unisco una lettera per il Cap. Franco di Sanremo che vorrai trasmettere. Per tua conoscenza il Cap. Umberto col suo tirapiedi Berio, che comandano la sola formazione che sia dipendente dal Franco e quindi dai socialisti, si è reso colpevole di una serie di propri reati contro la popolazione: requisizioni forzate, pagamento dei prodotti a prezzi irrisori, prelevamento di prodotti a mezzo di buoni restati in mano dei contadini senza che ne avvenisse fatto il saldo (e che dovremmo saldare noi), utilizzazione e falsificazione della firma di Curto per estorcere del denaro o per requisire delle vacche. Avevo disposto per l'arresto di tutti e due ma Umberto è sfuggito perchè in questi giorni, in seguito a ordini di Franco, si è spostato nei pressi di Sanremo; abbiamo però preso Berio. Se si fosse trattato di altri elementi li avremmo senz'altro passati per le armi, ma essendo sotto il controllo dei "cugini" abbiamo creduto limitarci al fermo di Berio e all'invito di Franco a venire al Comando Divisionale per giudicarlo, pronti peraltro a lasciarlo in libertà se è necessario onde non guastare i nostri rapporti con i soc. Teniamo però mettere Franco in presenza dei fatti, prenda poi lui la sua responsabilità. Ho tenuto a darti comunicazione di quanto sopra per la tua documentazione. Sarà quindi bene che te ne ricordi. Saluti, Simon"
    Il "Capitano Umberto" è Candido Bertassi o Bartassi, comandante del Distaccamento "Giustizia e Libertà" di Ceriana (IM).
    "Curto" è Nino Siccardi, personalità di primo piano nell'organizzazione e comando dei GAP imperiesi con i quali effettua numerose azioni nel capoluogo e nei dintorni, entrando a far parte del triangolo militare del PCI imperiese assieme, tra gli altri, a Felice Cascione (U Megu) di cui prende il posto al comando delle formazioni garibaldine dopo la sua morte il 27/01/1944. a Luglio diventa comandante della divisione "Cascione" e prende parte ad importanti combattimenti nell'imperiese.
    "Berio" non è al momento ancora stato identificato.
    Il documento è custodito nel Fondo Cln Imperia, busta I 115, fascicolo "Cln e Partiti agosto 1944", conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova.

    Nel medesimo fondo, busta I 116, fascicolo "Cln e Partiti ottobre 1944", sottofascicolo "Giorni 21-31", è conservata una comunicazione originale del 26/10/1944 di Baldini Ernesto (Leandro, Matteo, Serra) a Rovelli Alfredo o Adalgiso (Amerigo) che tratta delle carenze militari ed etiche di Dani Gino ed altre personalità di spicco. Vi si legge testualmente:
    "[...] Né Renato I (Martorelli Renato?, ndr) né Lucardi Luciano (Renato II, ndr), né il cosiddetto Cap. Franco sono rappresentanti del C.d.L.N. di Genova. Queste manovre inscenate sempre dai signori che non volevano far niente, appoggiati dai socialisti, erano subdole, intriganti, e or non è molto si tentò pure di fare il solito gioco ad Albenga [...]. Il Cap. Franco, prestiamogli questo nome giacchè ci tiene tanto a fregiarsene, poi è, o per lo meno è stato, l'eminenza grigia di Renato I prima e di Renato II poi, i quali si dicevano mandati dal C.d.L.N. di Genova. Ora io mi domando: perchè tutte queste manovre da filibustieri? Se avevano veramente il coraggio e la volontà di combattere contro i nazifascisti, perchè scendere così in basso, con manovre da politicanti, per carpire gli uomini non alle "bande rosse" come dice il Cap. Umberto, ma alle brigate Garibaldi, come sono riconosciute dal generale (ma veramente generale) Carli che rappresentava il Clnai [...]".

    Nella busta I 117, fascicolo "Cln e partiti dicembre 1944", sottofascicolo "Giorni 21-31", è conservata la copia statica di una comunicazione del 24/12/1944 del Pci di Genova a destinatario ignoto in cui vi si legge testualmente:
    "[...] I tentativi di disgregazione fatti dal Cap. Franco (questo capitano è un avventuriero che è stato assoldato dal Pda) che mediante corruzione, offrendo denaro e facendo balenare le più rosee prospettive cercano di portare i comandi delle formazioni garibaldine sotto il controllo di C.L.; tentativi di questo genere si sono avuti presso le formazioni della 5° e 6° Brigata [...]".