A partire dal 1935 lavora per diversi giornali, viaggiando nei Balcani e in Italia. Alla fine del 1939 entra nella Sezione D del servizio segreto britannico (poi aggregata al Soe) ed è inviato a Budapest sotto copertura. Nell’aprile 1941 si trasferisce a Belgrado dove assiste all’occupazione tedesca della Jugoslavia. Brevemente internato in Italia con alcuni diplomatici britannici, raggiunge Londra e da lì l’Egitto e Istanbul. Dalla fine del 1942 alla metà del 1943 dirige la sezione operativa del Soe per la Jugoslavia al Cairo e in seguito viene inviato in Vojvodina, nel nord della Serbia, presso i partigiani comunisti.
Nel novembre 1944 giunge alla base del Soe a Bari e si unisce alla missione Clover, comandata dal tenente colonnello Peter McMullen, che il 18 gennaio 1945 è paracadutata presso i partigiani della VI Zona. Pur nel rispetto delle direttive del Soe, tese a limitare il ruolo della Resistenza, Davidson costruisce rapporti leali e amichevoli con i comandi partigiani italiani ed è tra i primi testimoni alleati dell’insurrezione genovese. Subito dopo la Liberazione, il comune di Genova conferisce a lui e a McMullen la cittadinanza onoraria.
Dopo la guerra riprende la carriera giornalistica e in seguito diviene uno dei maggiori studiosi di storia africana e dei problemi della decolonizzazione. Il suo libro Scene della guerra antifascista è un’importante testimonianza della vita partigiana nei suoi diversi aspetti politico-militari.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021