Militante del Partito comunista clandestino di Imperia, nell’ottobre 1943, passa a combattere con le formazioni imperiesi di montagna divenendo commissario politico della brigata Belgrano, della divisione d’assalto Garibaldi Cascione, il cui comando è dislocato a Case di Tiglieto. Dal febbraio 1944 succede a Giacomo Castagneto (Elettrico, Antonio) nella carica di segretario della Federazione imperiese del partito, mantenendo l’incarico fino a metà aprile 1944 quando gli subentra Augusto Miroglio (Alfredo). Nei primi giorni del giugno 1944 partecipa all’allestimento, in un ovile nei pressi di Villatalla, di una sezione di stampa
clandestina dotata di una macchina tipografica per volantini propagandistici.
Il 4 ottobre 1944 guida con Silvio Bonfante (Cion) e Massimo Gismondi (Mancen) una squadra composta da trentasei effettivi del distaccamento Garbagnati e da partigiani del battaglione Bixio, all’attacco del presidio della Brigata nera Muti a Cesio. A fine ottobre sostituisce Libero Briganti (Giulio) quale commissario politico presso il comando divisionale. A novembre, quando si costituisce il Comando della I Zona operativa ligure, gli viene affidata la direzione della Sezione organizzazione. Nominato commissario politico della divisione Bonfante, a causa
di un grave infortunio viene temporaneamente sostituito nell’incarico da Osvaldo Contestabile. Convalescente nell’ospedale partigiano allestito a Tavole, il 27 dicembre 1944, nell’imminenza di un rastrellamento, viene trasferito nella notte, insieme agli altri feriti nella frazione di Arzene (Carpasio). Ristabilitosi, riprende a svolgere il suo incarico di commissario politico fino alla Liberazione.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.156