Dopo essersi laureato in medicina ed essere stato abilitato alla professione medica, nel 1941, svolge il suo apprendistato presso gli ospedali civili di Genova. Sale in montagna il 28 giugno 1944 e solo pochi giorni dopo diventa medico presso l’ospedale partigiano allestito nella canonica di Viozene (Villa Bottaro), in provincia di Cuneo. Alla fine di agosto si trasferisce all’ospedale divisionale di Valcona in Valle Arroscia, ove opera già il dottor Eugenio Martini (Serpente), aiutato dal partigiano Dino Mariangelo (Jek) e dallo studente in medicina Francesco Gazzelli. Successivamente sostituisce il dottor Martini alla direzione dell’ospedale e
diviene il comandante del distaccamento Sanità della 1° brigata Belgrano della 2° divisione Garibaldi Cascione. Il 14 ottobre 1944, l’annuncio di un imponente rastrellamento nemico in
zona lo costringe ad allontanarsi da Valcona e raggiungere Upega insieme al suo collabora-
tore Francesco Gazzelli e ad alcuni dei degenti, tra cui il vice comandante di divisione Silvio
Bonfante (Cion). Tre giorni più tardi i tedeschi giungono improvvisamente ad Upega. Durante
il tentativo di condurre in salvo gli ammalati e i feriti, De Marchi viene ucciso da una raffica
di mitra. Con lui muoiono, tra gli altri, Cion, Gazzelli, il commissario di divisione Libero Briganti (Giulio). Il suo nome viene dato ad un distaccamento della divisione Bonfante.
Medaglia d’argento al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.156