De Palo, Saverio (Macchi)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 26/10/1899

    Data di morte: 20/12/1944

  • Pseudonimo, nome assunto

    Macchi

  • Biografia

    Di famiglia contadina, si accosta giovanissimo all’ideologia marxista, diventando un militante antifascista. Durante il sevizio militare inizia a collaborare con un giornale milanese antigovernativo, ma viene scoperto e retrocesso di grado. Dopo il congedo continua comunque a svolgere attività clandestina, e per questa ragione subisce l’arresto e la detenzione nel carcere di Reggio Calabria. Una volta scarcerato emigra a Genova, dove trova lavoro nei cantieri navali e allaccia rapporti con le cellule comuniste locali, trasformando la sua abitazione in una sorta di ufficio stampa e propaganda. Dopo l’8 settembre è tra i primi organizzatori dei Gap in città, ma, essendo noto alla polizia fascista, nel novembre 1943 preferisce riparare in montagna dove assume la carica di vicecomandante del Comando intendenza della 3a brigata Liguria. Scampato fortunosamente al rastrellamento nazifascista della Benedicta, De Palo è tra i pochi sopravvissuti a continuare a operare nella zona. Questo gruppo stabilisce la sua sede operativa nel paese di Garrone (Rossiglione), impegnandosi in primo luogo nel recupero di armi e materiali abbandonati dai partigiani in fuga. Da questo nucleo sarebbe nata la brigata  Buranello, della quale Macchi diviene vicecomandante. Nell'estate del 1944 una serie di incomprensioni lo mettono però in contrasto con il comandante Vito Doria (Carlo), che lo fa temporaneamente arrestare con l'accusa di aver svolto un'opera disgregatrice all'interno della formazione. Scampato a un nuovo rastrellamento nei pressi di Cirimilla presso Lerma, passa nelle file della brigata Oreste, attiva in val Borbera, stabilendosi a Cabella Ligure e impegnandosi nel Sip della zona. Il 20 dicembre 1944 viene però fermato nei pressi di Dova Superiore nel corso di un rastrellamento di tedeschi e mongoli: sorpreso nel tentativo di liberarsi della pistola è imprigionato, torturato e infine fucilato sul posto. Medaglia d'argento al valor militare.

    Già riconosciuto come Caduto per la Lotta di Liberazione con il grado di tenente, dalla commissione Ricompart:
    https://www.ilsrec.it/database/partigiano.php?RicercaID=11182