Partigiano della Brigata "Barbagatto", 1° Divisione Liguria "Monte Picchiara", IV Zona Operativa Liguria.
Nel Fondo "Giannecchini-Toscano", busta 5, fascicolo 5 conservato presso l'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e l'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova, è disponibile ampia documentazione relativa al processo delle Corti d'Assise Straordinarie di Lucca e Genova che, nel dopoguerra, hanno condannato due ex-militari (Mario Recusani e Felice Ferrarese) della Divisione Rsi Alpina "Monterosa" per numerosi crimini tra cui il violento pestaggio del maresciallo dei Carabinieri di Chiavari (GE), Carlo Galli, e la concessione della fucilazione per mano tedesca del maresciallo dei Carabinieri di Varese Ligure (SP) Arnaldo Emili, ucciso il 31/10/1944 a Chiavari (GE).
In seguito ad un rastrellamento nei primi giorni di ottobre 1944, De Vincenzi viene catturato e sottoposto ad arruolamento obbligatorio sotto minaccia di morte. Inizialmente trattenuto nelle camere di sicurezza della "Monterosa" presso la caserma di Castiglione Chiavarese (GE), in questa occasione conosce personalmente un maresciallo dei Carabinieri di cui ignora il nome (è Arnaldo Emili), trattenuto anch'egli in cella. Dopo circa otto giorni il maresciallo viene prelevato e passato per le armi; De Vincenzi decide dunque di chiedere un permesso e fugge per riunirsi nuovamente ai suoi compagni partigiani della Divisione "Picchiara". Non è mai entrato direttamente in contatto né con Recusani né con Ferrarese.