Commerciante a Torino, richiamato nel 1940 nel 34° artiglieria, ove presta servizio fino all’armistizio che lo coglie in licenza a Genova, dopo aver conosciuto il vice federale Alfredo
Grazzini, Di Donato aderisce al Partito fascista repubblicano. Nel giugno 1944 si pone al servizio delle SS della Casa dello Studente in qualità di informatore retribuito: sfruttando
l’amicizia con Dante Novaro e Vincenzo Poggi, componenti della missione Zucca comandata dal professor Piero Ziccardi (Zucca, poi Bruno), Di Donato riesce a infiltrarsi nella organizzazione clandestina, entrando in contatto con le basi di Genova e Milano.
Alla fine di agosto, le delazioni di Di Donato provocano la cattura da parte delle SS del dottor Tristano Luise (Dattilo), responsabile del gruppo genovese, e di altri esponenti e fiancheggiatori dell’organizzazione fra cui i radiotelegrafisti Alberto Blandi (Falco) e Aldo Montesi (Maria Giovanna), Elsa Veniga (Maria), Alfredo Spolidoro Rurik e lo stesso Ziccardi, che sarebbe stato deportato. Tra gli arrestati su sua segnalazione, Dante Novaro, Spolidoro Rurik ed Erminio Sacchetta trovano la morte a Mauthausen e Dachau, mentre Armando Sacchetta, figlio di Erminio, morirà a Milano nel maggio 1945, poco dopo il ritorno dal lager. Arrestato a Torino nel novembre 1945, Di Donato viene processato per collaborazionismo, con l’aggravante della finalità di lucro, dalla 2° Sezione speciale della Corte d’assise di Genova che, nel novembre 1947, lo condanna a dodici anni di reclusione, cinque dei quali condonatigli in virtù di attenuanti generiche.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.163