Partigiano della Brigata di Manovra "Bonaria", Divisione Garibaldi "Mingo", VI Zona Operativa Liguria.
Militare di guardia presso un deposito di armi e munizioni situato tra Molare e Cassinelle (AL), entra in contatto con un piccolo gruppo di partigiani operante in zona noto come Gruppo celere autonomo, al quale si unisce nel febbraio del 1944 e che, nei mesi successivi, sotto il comando di Domenico Lanza (Mingo), avrebbe assunto il nome di Volante Mingo e poi, con l’ingrandirsi delle fila, di Brigata Bonaria. Diventato comandante di distaccamento, inquadra
all’interno della sua unità diversi prigionieri di guerra evasi in seguito all’armistizio.
È catturato durante il rastrellamento della Olbicella di Molare, anche se non viene accertata la sua vera identità. Detenuto nel carcere genovese di Marassi, il 29 gennaio 1945 viene processato dal Tribunale militare straordinario di guerra e condannato a morte. Insieme ad altri quattro antifascisti è fucilato al forte di Castellaccio la mattina del 1° febbraio 1945. Pochi istanti prima della fucilazione rivela al cappellano militare il suo vero nome.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.p. 163-164