Direzione di Sanità del Cmrl Liguria

  • Storia

    Il seguente testo è trascritto dal documento redatto nel 1945 dal Comando Militare Unificato per la Liguria - Direzione di Sanità ed intitolato "Relazione sull'attività svolta dal 01/09/1944 al 02/05/1945" custodito nel Fondo "Enrico Martinengo - Durante", Busta 1, Fascicolo 2 "Relazioni" conservato presso l'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, ILSREC, di Genova.

    La Direzione di Sanità venne investita di tale incarico, nel settembre 1944, con il compito di provvedere al rifornimento delle formazioni partigiane dislocate nel territorio controllato dal Comando Militare Regionale della Liguria. Il primo compito fu inviare circolari a tutti i Comandi Zona al fine di conoscere il numero dei medici presenti nelle varie formazioni, la consistenza del materiale sanitario e le relative mancanze, per provvedere agli opportuni approvvigionamenti. La disgregazione del Comando a seguito dell'arresto di alcuni membri ed il forzato allontanamento degli altri interruppe per un breve periodo il lavoro e, persi i collegamenti e le direttive su quanto da compiersi, si dovette iniziare da capo.
    Fin da subito, inoltre, si iniziò a studiare l'organizzazione degli apprestamenti cittadini per il giorno in cui formazioni partigiane e Sap locali fossero entrate in azione per la liberazione di Genova, stabilendo in linea di massima numero ed ubicazione di posti di pronto soccorso. L'area della grande Genova venne suddivisa in settori: Levante, Val Bisagno, Val Polcevera, Ponente e Centro. Nel quartiere di Nervi si costituì un nuovo pronto soccorso più moderno, a Quarto si tenne presente l'ospedale Gaslini ma anche l'ospedale militare e Villa Sanitas; più vicino al centro l'ospedale San Martino, tuttavia troppo pericolosamente vicino alla federazione fascista in piazza Tommaseo, alle caserme tedesche e fasciste in Albaro e vicinanze, alla famigerata Casa dello Studente sede delle SS e per questo sostituito da sistemazioni temporanee in locali altrove ubicati. In Val Bisagno si costituì un pronto soccorso a Prato ed a Molassana, in centro furono istituiti pronto soccorsi nelle Casse Mutue in via Filippo Casoni e nell'ospedale Galliera, a Marassi presso l'Istituto dei Derelitti, a Manin nell'istituto Arecco, a Castelletto nell'omonima casa di cura, a Principe in via Balbi n.31, a Di Negro nei bagni municipali in via Venezia ed a Sampierdarena presso lo Spedale civile e nelle Casse Mutue Ansaldo in via Cantore. In Val Polcevera si fece affidfamento sugli ospedali di Pontedecimo, Bolzaneto e Rivarolo. A Cornigliano nacque un pronto soccorso a Coronata, a Sestri Ponente nell'ospedale civile, a Pegli si ebbe l'ospedale Martinez ed a Voltri l'ospedale civile.
    Il problema successivo fu relativo al personale da ingaggiare ed ai rifornimenti di materiale sanitario. Particolarmente delicate risultarono le operazioni con cui cautamente saggiare i sentimenti politici di dirigenti, sanitari ed infermieri dei vari sanatori, creare nuclei di elementi di assoluta fiducia e costituire uno sbarramento contro quelli contrari. La moltitudine di materiale venne depositato in piazzetta Invrea presso la Crociata della Carità, per giustificare una tale quantità di imballaggi di sanitari. Analoghe disposizioni furono impartite per Savona ed Imperia e, su richiesta della Direzione di Sanità, si istituì una Brigata di Sanità organizzata con una sezione armata ed una sezione infermieri con medicazioni. In totale entrarono in funzione 17 ambulatori e 12 ospedali. Verso la fine di marzo 1945 il Direttore sanitario ed i due Vice direttori vennero denunciati alla polizia tedesca e fascista ma poterono fuggire in quanto avvertiti in tempo.

    Improvvisamente, nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1945, si aprirono le ostilità ad opera delle Sap cittadine senza che venisse dato alcun preavviso e con una messa a punto complessiva ancora non terminata. Il materiale venne trasportato in tutta fretta nei vari ambulatori e numerosi membri del personale, tra cui anche i dirigenti, durante i tre giorni di battaglia continuarono a rimpiazzare senza sosta il materiale in rapido esaurimento nonostante le strade distrutte e il fatto che venissero spesso colpiti con armi da fuoco. La Direzione di Sanità assunse di fatto la direzione dei servizi della Croce Rossa, le cui ambulanze entrarono in funzione assieme a quelle delle pubbliche assistenze cittadine smistando i feriti tra gli ospedali; il San Martino divenne un vero e proprio ospedale militare. La Brigata di Sanità, composta da 40 uomini, medicò quasi 90 feriti e contemporaneamente partecipò attivamente alla lotta ottenendo la resa di una batteria nemica. E' infine necessario menzionare che anche la Direzione di Sanità partecipò alle trattative di resa delle truppe germaniche con il generale tedesco Meinhold.

    I membri della Direzione, con relativi nomi di battaglia ed appartenenza politica, furono i seguenti.
    Direttore: dott. Bardellini Virgilio (De Martini), Partito Liberale
    Vice Direttore: prof. Ciurlo Luca (Vico), Democrazia Cristiana
    Vice Direttore: prof. Sabatelli Francesco (Alberti), Partito Comunista
    Segretaria: sig.na Priano Graziana (Nanni), Partito Liberale
    Collaboratori: prof. De Marchi Giorgio (Parodi), Democrazia Cristiana; dott. Cifatte Mario (Eugenio), Democrazia Cristiana