Nel giugno del 1944 un gruppo di 63 cittadini ventimigliesi, fra i quali una donna, già individualmente impegnati nella lotta di liberazione, si attestavano in località Cimone sui pendii nel Monte Grammondo (frazione Villatella) non lontano dalla frontiera, organizzandosi come «Distaccamento Partigiano Grammondo» con raggio d’azione in Val Roia e Val Bevera, fra Olivetta San Michele, Airole e Ponte San Luigi.
Ecco le principali missioni del gruppo: 1) il 10-7-1944 una squadra di dieci uomini al comando del Capo Partigiano, dopo uno scontro a fuoco, cattura nella frazione Latte due militi delle Brigate Nere; 2) il 14-7-1944 la 5 e 6squadra, al comando del Capo Partigiano, assaltano la Caserma di Olivetta San Michele, catturando la sciarpa littorio Giavelli e tre militi; 3) il 18-7.1944 tre squadre di partigiani assaltano e distruggono la Caserma di Airole (VaI Roia) occupata dalle Brigate Nere e soldati tedeschi infliggendo al nemico forti perdite, morti e feriti; 4) il 21- 1-1944 quattro partigiani, tra cui Gandolfi e Quadretti(poi ucciso l’8-8-1944 a Sospel) attaccano nelle vicinanze di Latte un autocarro delle Brigate Nere catturando il Maggiore Anfosso, quattro militi e molte armi e munizioni; 5) il 26-7-1944 una squadra in perlustrazione al Passo del Porco attacca una pattuglia nemica uccidendo due tedeschi e catturando quattro polacchi, due muli e diverse armi; 6) a seguito di queste ed altre minori azioni, la sede del distaccamento veniva individuata dal Comando Tedesco e il Comando Partigiano decideva allora di spostarla oltre confine, sul pendio ovest del Grammondo in località Alborea del Comune francese di Sospel, accogliendo anche nella formazione un gruppo di partigiani francesi.
Il Comando Tedesco scopriva però ben presto anche la nuova sede e decideva di compiere una grande operazione di rastrellamento con circa 1.500 uomini di stanza in Italia e in Francia, armati di mortai e artiglieria da montagna. Il distaccamento venne così circondato e attaccato e dopo una lunga e strenua resistenza, durante la quale venivano uccisi e feriti diversi tedeschi e cadevano tre partigiani: Quadretti, Armando Ferraro e Sauro Dardano, riusciva in parte a sganciarsi e a mettersi in salvo attraverso un terreno impervio, mentre i restanti 15 asserragliati in una casa rustica opponevano una disperata resistenza fino all’esaurimento delle munizioni. Catturati dai tedeschi, vengono imprigionati a Sospel e, dopo essere stati torturati per tre giorni, vengono infine fucilati dietro la stazione, dove una lapide ne ricorda i nomi. I superstiti, diversi dei quali feriti (Lippolis, curato dai Fratelli Maristi) passano a far parte di altre unità partigiane.