Nel settembre 1943, nella zona del monte Capenardo, presso il casone delle “Vagge”, si costituisce ad opera di Giovanni Sanguineti (Bocci) ed Eraldo Fico (Virgola) il primo gruppo di giovani, conosciuto col nome di “ribelli del Capenardo”, che darà vita alla brigata. Nell’aprile 1944, con il supporto di Antonio Minetti (Gronda), proveniente da Cichero, la formazione comandata da Sanguineti si sposta in località Vigne, nei pressi di Statale di Ne, e da lì a Iscioli, in val Graveglia. Verso la metà del mese il gruppo ha i primi contatti con gli organi insurrezionali regionali, ma solo a giugno, forte di una cinquantina di uomini, passa dalle azioni di sabotaggio e cospirazione politica alla lotta armata. La catena di comando è costituita da Bruno Solari (Bruno) ed Eraldo Fico, rispettivamente comandante e vicecomandante, Antonio Arpe (Italo), commissario politico, e Giovanni Sanguineti, Capo di stato maggiore. Dopo la metà di luglio, a seguito di una elezione tra i partigiani, Virgola sostituisce Bruno al comando della formazione, divisa in tre distaccamenti. Dopo gli scontri di Carro (agosto 1944) contro gli alpini della Monterosa, durante i quali muore Giuseppe Coduri (Scioa), la formazione decide di assumerne il nome, divenendo il 20 settembre 1944 brigata Garibaldi Coduri che, seppur autonoma, dipenderà organizzativamente e militarmente dalla divisione Cichero. A settembre, in concomitanza con l’entrata nella formazione del distaccamento di Paolo Castagnino (Saetta), Bruno Monti (Leone) viene nominato commissario politico, Italo vice commissario, Italo Fico (Naccari) vice comandante e Bocci Capo di stato maggiore. Il comando si insedia a Valletti, nel comune di Varese Ligure, e la brigata, sempre guidata da Virgola, si attesta in val Graveglia, val Petronio, al passo del Bocco e lungo la riviera del Tigullio, dislocazione che rimarrà pressoché inalterata sino alla Liberazione. Il 30 dicembre la Coduri subisce gravi perdite contro la Monterosa nel combattimento della Gattea e, pochi giorni dopo, perde anche il suo cappellano, don Giovanni Bobbio, fucilato a Chiavari il 3 gennaio 1945. A seguito del rastrellamento di gennaio, la brigata è costretta ad occultarsi e ad alleggerire il proprio organico rimandando a casa circa trecento partigiani. Riorganizzatasi, ai primi di marzo la Coduri può contare su un organico di circa 1200 uomini, suddivisi in tre formazioni: la Longhi comandata da Saetta, la Zelasco, comandata da Aldo Valerio (Riccio) e la Dall’Orco, comandata da Dino Massucco (Tigre). Il 20 aprile 1945 il comando della Coduri si riunisce, suddividendo le zone da liberare: Velva, Castiglione Chiavarese e Casarza Ligure alla Dall’Orco, Moneglia, Sestri Levante e Lavagna alla Zelasco, Borzonasca, Carasco e il litorale tra Chiavari e Rapallo alla Longhi. Il 25 aprile la Coduri è promossa a divisione.