Divisione Garibaldi Unificata Ligure Alessandrina, poi Divisione "Mingo"
Storia
Fin dall'inizio della guerra di Liberazione, lo spartiacque dello schieramento partigiano era il tracciato dell'allora Camionale, oggi Autostrada A7, collegamento fondamentale fra Genova e la val Padana.
Tra i primi gruppi formatisi già nel settembre 1943 nella zona ad ovest della Camionale, ricordiamo il Gruppo Fillak a Pian Castagna e la Banda Merlo sul Monte Porale. Entrambi confluirono nel dicembre dello stesso anno nella zona dei Laghi della Lavagnina, dove operava anche la Banda Ettore. Era inoltre attivo anche un gruppo sulle alture di Voltri. Ad est della Camionale si formarono invece il Gruppo Edoardo sul Monte Antola e la Banda Cichero alle pendici del Monte Ramaceto. In collegamento con queste formazioni, anche se geograficamente piuttosto distanti, ricordiamo la Banda Virgola sul Monte Capenardo, il Gruppo del Monte Penna ed il Gruppo Marco a Dernice, nel tortonese.
Il settore occidentale, denominato inizialmente III Zona (poi VI Zona), nelle intenzioni degli antifascisti genovesi doveva diventare il fiore all'occhiello dello schieramento partigiano, ma fu invece più di altri vittima dei continui attacchi nemici, che ne misero in pericolo anche la stessa sopravvivenza. Nel gennaio 1944 i gruppi confluiti alla Lavagnina si unirono per dare vita alla III Brigata Garibaldi–Liguria, che arrivò alle 500 unità prima di venire spazzata via dal rastrellamento della Benedicta, nell'aprile successivo.
La zona fu sconvolta da un secondo rastrellamento subito in agosto, proprio mentre i gruppi di sbandati si stavano riorganizzando. Tra i principali nuclei partigiani ricordiamo la Brigata Buranello, attiva nella zona del monte Dente, e la Brigata Italo–Russa di Sabotaggio (BIRS), della zona di Capriata d'Orba, in cui si distinse la medaglia d'oro al valor militare Fiodor Poletaev, detto il Gigante russo.
Nonostante i rastrellamenti si arrivò alla nascita delle Divisione Doria, diventata poi II Divisione Unificata Ligure–Alessandrina. Anche questa formazione ebbe vita breve: fu stroncata da un altro rastrellamento nemico nell'ottobre successivo. Il Comando della VI Zona partecipò attivamente nella ricostruzione della forza partigiana nel settore, creando nel novembre 1944 la Divisione Mingo, attestata a sud della linea immaginaria passante per Sassello, Olbicella, Molare, Cremolino, Carpeneto, Montaldo, Predosa e Basaluzzo, a seguito della spartizione delle zone con la Divisione Matteotti–Marengo e la 10ª Divisione Alessandria. La formazione arrivò alla Liberazione con oltre 1200 uomini che coprivano il III settore della VI Zona, da Sampierdarena a Varazze, fino al vertice nord costituito da Capriata d'Orba. L'organigramma della Divisione comprendeva le Brigate Patria Emilio Vecchia, Buranello, Oliveri, Pio e Macchi. Nella zona erano attive anche alcune brigate autonome, come la Brigata Martiri della Benedicta, la Brigata Val Lemme-Capurro e la Brigata Autonoma Giancarlo Odino.