Già nella notte dell’8 settembre 1943, si rifugiarono nell’alta val Nure diversi antifascisti piacentini, timorosi di rimanere in città. La vallata, fino a Bettola, era allora collegata con Piacenza dalla littorina, il che facilitò l’esodo il giorno 9 e nei successivi. Poiché in città non si scatenò la temuta “caccia all’antifascista”, molti rientrarono nel settembre stesso in città e dettero origine, nella prima settimana di ottobre, al CLN provinciale. Anche in questa vallata vi fu un afflusso di prigionieri (inglesi, canadesi, australiani, USA) liberati dal campo di Veano e da altri campi della provincia di Parma (greci, russi, USA). Costoro però, pur costituendo nuclei in diversi luoghi, non formarono bande armate e si trasferirono in un modo o nell’altro, agevolati anche dalla popolazione verso il fronte o la Svizzera. Pochissimi restarono nella vallata; altri furono catturati dai fascisti e consegnati ai tedeschi.
Negli ultimi mesi del 1943, nell’alta val Nure si formarono numerose piccole bande autonome parzialmente armate, qui di seguito sono riportate solo quelle che avranno un seguito nella stessa valle.
Banda di “costa di Groppo Ducale”
Si formò a fine settembre ’43 e cessò di esistere il 28 ottobre 1943, dopo la morte in combattimento del suo capo, Giancarlo Finetti, e l’arresto di quasi tutti i suoi componenti.
Banda di “Rigolo”
Si formò nell’ottobre ’43, dopo che il capo, Ernesto Locardi “Nani”, recuperò alcune armi nascoste presso Costa di Groppo Ducale. Passò, nel maggio ’44, con la banda “Istriano”, dove formò una squadra.
Banda “Gruppo di Peli”
Più che una banda fu, dal settembre ’43, un punto di riferimento, un luogo di raccolta e deposito armi degli antifascisti cittadini. Convenzionalmente si cita quale capo Emilio Canzi “Ezio Franchi”, e anche Antonio Cristalli “Tonio”. Comunque i due, recatisi ancora una volta in città, furono arrestati verso la fine di febbraio e ristretti nelle carceri Per oltre 45 giorni. Chi rimase sempre presente e tenne in consegna le armi fu in realtà don Giovanni Bruschi. Nella primavera del ’44, a fine marzo, la zona fu occupata dalla banda “Stella Rossa”, che istallò a Peli un suo distaccamento.
Banda di “Nicelli”
Si formò il 9 settembre 1943, armata con qualche pistola, com.te Doro Lanza “Carlo Martello”. Cessò di esistere l’8 febbraio 1944 con partenza del capo e della “Bianca” verso la Svizzera. I rimasti si dispersero in altre formazioni; uno passò il fronte (Luigi Broglio “Natanaele”).
Banda dei “Franchi tiratori”
Si formò il 1° ottobre 1943. armata con fucili da caccia, nella zona del Cerro, a opera dei fratelli Maschi: Severino “Maschi” e Agostino “Giusto”. Effettuò la prima azione cruenta di guerriglia, uccidendo il fascista Ugo Rossi e ferendone un altro (Perazzi) il 23 dicembre 1943. Entrò subito in contatto con la banda “Stella Rossa", mantenendo una sua certa autonomia.
Altre piccole bande esistevano nell’alta val Nure, che si disciolsero nell’inverno ’43-’44; o che avevano la base in altre zone; o che, prima o dopo, si aggregarono a una delle due seguenti.
BANDA “ISTRIANO”
Si formò forse per scissione del parmense “Gruppo Penna”, sul Monte Nero e inizialmente fu detta banda del “Monte Nero”. Era composta da una decina di studenti e operai antifascisti provenienti da Parma, che accettarono dall’inizio il comando di Ernesto Poldrugo “Istriano”, capo di marina rifugiatosi in alta val d’Aveto.
Nell’inverno ’43-’44, la formazione scese gradualmente nell’alta val Nure, prima a Retorto, i definitivamente a Ferriere (17 maggio 1944). Vi si unirono, ancor prima e subito dopo diverse piccole squadre di piacentini, che andarono a ingrossare il distaccamento primitivo e a formarne un secondo (Walter Filipponi da Borgonovo). Ai primi di giugno si costituì in brigata.
BANDA “STELLA ROSSA”
La sua origine è controversa; per vedere di districarcene converrà suddividerla in periodi ben distinti.
I Periodo: zona di Biana-Spettine (ottobre ’43-marzo ’44)
A) Si trattò di quattro, forse più, piccolissime bande parzialmente armate, che si tenevano in contatto nella zona a valle di Bettola, senza unità di comando. Convenzionalmente si indica quale capo il “Pinci”. Prova della mancanza di un capo responsabile è che il CLN, venuto subito in contatto con la “Stella Rossa”, vi inviò prima un uomo di collegamento, poi (dopo ricerche condotte fino nel parmense da “Pippotto”) un ufficiale jugoslavo pratico di comando e della guerriglia.
B) Il “Montenegrino” giunse a Spettine accompagnatovi da “Carlon” e il 9 marzo 1944 assunse il comando. Il 10 marzo 1944 giunse da Gossolengo un gruppo di renitenti alla leva RSI, guidati da Duilio Ontenti, e chiese di arruolarsi. L' 1 marzo 44 la banda, subito dopo il combattimento di Spettine si disperse dandosi appuntamento a Peli.
II Periodo: zona Peli-Pradovera (marzo-giugno ’44)
C) Riunitasi a Peli, la “Stella Rossa” si organizzò in distaccamento autonomo: com.te “Montenegrino”, capisquadra “Pinei” e “Carion”.
D) Alla fine di maggio, primi di giugno, si unirono al distaccamento: “Mak”, “Ganna” (capitani inglesi) e “Gianmaria” (con una sua piccola squadra di bettolesi). Si formarono così tre distaccamenti, col seguente ordinamento, che prelude quello della brigata:
com.te “Montenegrino”, vice “Pinei”
distaccamento di Peli “Gianmaria” (G. Maria Molinari)
distaccamento di Canadelli “Ganna” (Frescen Gregg)
distaccamento di Pradovera “Mak” (Arcibald Donald Machensie).
E) A iniziare dal l0 giugno 1944 i tre distaccamenti stringono su Bettola (“Ganna” si sposta al Cerro, “Gianmaria” a Calenzano, -Mak” a Leggio) e ottengono, verso la fine di giugno, il riconoscimento di brigata (segue in 60a “Stella Rossa”). Nella prima quindicina di giugno '44, la “banda Istriano” si costituisce in:
59a BRIGATA D’ASSALTO GARIBALDI
Comandante rimase “Istriano”, con due commissari politici inviatigli dalla VI zona ligure (“Paolo” e “Ventura”). Inizialmente su tre distaccamenti presto aumentati di numero. Dopo il combattimento di Farini d’Olmo (27 giugno 1944) assume la denominazione di 59a B’RIGATA GARIBALDINA “CAIO”.
A metà agosto per contrasti coi “Montenegrino”, non saputi o non voluti comporre dal CUM’XIII zona (Emilio Canzi) e dal CLN provinciale (trattò “Mattia”), la brigata si trasferì in Liguria a regandosi alla div. “Cichero”. della VI zona, e assunse la denominazione di 59a BRIGATA DI MANOVRA “CAIO”. All’atto della sua smobilitazione facevano parte della brigata 57 piacentini raggruppati quasi tutti nel distaccamento “Carini”. Questo distaccamento deve quindi considerarsi una formazione piacentina operante in Liguria.
Ai primi di luglio, fine di giugno, la “banda Stella Rossa” si costituì anch’essa in:
60a BRIGATA D’ASSALTO GARIBALDI “STELLA ROSSA”
Inizialmente su tre distaccamenti (Cassano, Montesanto, Chiulano) e una squadra comando in Biana, si ingrossò subito, assorbendo tutte le altre ccole bande ancora autonome. Dopo l’agosto cedette la zona di Chiulano alla 61a brigata e occupò tutto il territorio dell’alta val Nure, lasciato disponibile dalla brigata (vedasi cartina allegata).
Al momento del suo scioglimento i suoi distaccamenti erano circa 15, di cui tenterò di fare l’elenco in appendice. Il suo comando ebbe fin dall’inizio il seguente quadro: comandante “Montenegrino”, vice “Pinei”; capo di Stato Maggiore “Mak” (fino al 6 ottobre 1944), poi “Gianmaria”; incerti i nomi dei commissari succedutisi. A metà agosto, come già accennato, la 59 “Caio” si spostò nell’alta val d’Aveto. Rimasero in val Nure i distaccamenti “Salami”, “Barba di Cogno” e “Gino del Torrazzo”, che intendevano costituirsi in brigata autonoma.
Dopo lunghi contrasti sulla scelta del comandante, finalmente Prati cedette dalla 38a Giuseppe Panni “Pippo”, suo prezioso collaboratore, e il problema fu risolto. I distaccamenti “Barba” e “Gino” accettarono; il “Salami” si scisse in due: una parte (capeggiata dal “Grillo” e dalla”Tigrona”) accettò; l’altra (capeggiata da “Salami”) rimase in alta val Nure in posizione autonoma fino alla metà di ottobre ’44.
Così, ai primi di settembre ’44, si formò la:
61a BRIGATA D’ASSALTO GARIBALDI “VALNURE”
Il nuovo comandante volle subito modificarne il nome in 61a BRIGATA “MAZZINI” e come tale si disciolse nella prima decade di dicembre ’44.
Presidiò inizialmente la zona di Justiano, spingendosi gradualmente sempre più a valle verso Villò e verso M. Romolo. Il quadro di battaglia iniziale era il seguente: comandante “Pippo”, vice “Pippo 21” (Ginetto Bianchi); distaccamento del “Barba” (Antonio Poggioli); distaccamento del “Gino” (Gino Cobianchi); distaccamento del “Grillo” ( Agostino (?) Guglieri); più squadre volanti, tra cui quella di Ferdinando Riccò. I distaccamenti, dalla prima quindicina di ottobre ’44, aumentarono di numero, anche perché uno, e forse più, della “Stella Rossa” volle passare con la “Mazzini”.
La brigata, dopo il combattimento dei Guselli (4-12–44) perse unità di comando; ma i distaccamenti superstiti si tennero in collegamento nell’alta val Nure e confluirono, nella prima quindicina di dicembre, nella formazione seguente.
SETTORE “VALNURE”
Dopo i combattimenti dei Guselli, di Lugagnano e il contrattacco della 59a “Caio” su Bobbio (6-12-’44), cessò la I fase del rastrellamento da parte delle truppe tedesche con carattere offensivo. In quest’intervallo, durato 30 giorni, la 60a e la 61a si erano, di fatto, disciolte e i distaccamenti superstiti delle due brigate frammisti. Sotto la spinta del commissario del CUM-XIII zona, “Venturi”, si tentò di formare una nuova unità priva di ogni colorazione politica. Ancora una volta vi furono contrasti sulla scelta del comandante e nuovamente Prati sacrificò la div. “W. Bersani”, cedendo un suo prestigioso componente (Pietro Inzani “Aquila Nera”). Il comando, verso il 12-12-’44, risultò cosi composto: com.te “Aquila Nera”, vice “Pippo”; capo di SM “Gianmaria”; commissario Mario Belizzi.
Aderirono subito al “Settore Valnure” quasi tutti i distaccamenti superstiti o nel frattempo costituitisi; altri rimasero in forse.
All’inizio della Il fase del rastrellamento (6-1-’45), con la morte di “Gianmaria” e di “Aquila Nera”, il settore cessò di esistere e i distaccamenti ritornarono autonomi.
Passò così il gennaio e parte del febbraio 1945, finché i distaccamenti iniziarono a raggrupparsi in tre nuove brigate facenti capo a “Salami”, “Cristalli” e “Gino”.
Il 23-3-’45, dopo lunghe trattative, il CUM-XIII zona (è incerto se a quella data fosse ancora “Franchi” o già il col. Luigi Marzioli “Marzi”) ordinò le tre brigate in:
DIVISIONE “VALNURE”
Per la costituzione del comando questa volta Prati si privò dello stesso commissario della div. “Valdarda” e la VI zona di un commissario della 59a “Caio”.
La divisione risultò così inquadrata: Comando: com.te “Renato”, comm.rio “Dan” capo SM “Camma”- 6 distaccamenti divisionali (SM – Sabotatori – Reparto Z – Servizio sanitario – Polizia, Intendenza)-3 brigate: “Inzani” com.te “Salami” – “Gianmaria” com.te “Cristalli” – “Mak” com.te “Gino”;e così fino alla liberazione.
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