Don Bobbio, Giambattista (Cappellano)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 03/07/1914

    Data di morte: 03/01/1945

  • Pseudonimo, nome assunto

    Cappellano

  • Biografia

    Giovanni Battista Bobbio nasce il 3 luglio 1914 a Bologna, e studia nei seminari di Bedonia (PR) e Chiavari (GE). Nel 1939 diventa parroco di Valletti nel comune di Varese Ligure (SP), una piccola e povera frazione dell'entroterra che dal 1943 in poi diventa sede del comando della Brigata d'Assalto Garibaldi "Coduri", VI Zona Operativa Liguria.
    Grazie ad un attivo rapporto di collaborazione con i ribelli, egli viene scelto quale cappellano della "Coduri" con il grado di tenente. Favorendo i rapporti di reciproca comprensione tra i giovani resistenti e la popolazione, può partecipare a numerose riunioni che si tengono nell’autunno-inverno 1944 tra i comandi della brigata e quelli della Divisione Rsi Alpina "Monterosa" per discutere, tra l’altro, un eventuale passaggio del 2° reggimento della "Monterosa" tra le fila partigiane. Ciò era già avvenuto a Torriglia (GE) il 4 novembre 1944 con il passaggio del battaglione "Vestone". Nelle intenzioni del sacerdote, naturalmente, c'è il voler evitare altri spargimenti di sangue e tentare di portare i militari dal lato giusto.
    Nonostante a livello ufficiale egli sia solo un intermediario e non un partigiano, il nemico è tuttavia a conoscenza del fatto che l'uomo sia nei ranghi della "Coduri" ed al momento della rottura delle trattative, dovuta all'intervento dei tedeschi e del comando della "Monterosa" messi sull'avviso, don Bobbio non nasconde il suo sdegno all'ufficiale fascista, rendendo così evidente la sua partecipazione al raggruppamento clandestino.
    Tra il 29 e il 30 dicembre 1944 i nazifascisti organizzano dunque un rastrellamento per catturare don Bobbio, per loro temibile in quanto capace di avvicinare, moralmente e dal punto di vista dell'aiuto concreto, la popolazione civile ai partigiani. Il comando della "Coduri" invia al sacerdote una staffetta per avvertirlo dell’imminente pericolo e per convincerlo ad unirsi alla brigata ma egli, sospettando probabilmente ciò che si sarebbe scatenato, non vuole lasciare soli i suoi parrocchiani.
    Il 30 dicembre i nazifascisti comandati dal capitano Malingher arrivano a Valletti, arrestano don Bobbio, saccheggiano canonica e case e incendiano tutto. Vengono uccisi, in quanto ritenuti legati ai partigiani, Sanguineti Andrea Enrico, Ghiggeri Vittorio ed una terza persona che non è stato possibile identificare, nonchè Agostino Nicora. Un reparto della "Monterosa" accerchia e sbaraglia un raggruppamento partigiano in località Mulino di Gattea, uccidendo otto partigiani della "Coduri" e facendone prigionieri una trentina.
    Dopo una notte passata nella neve legato ad una palizzata, da Santa Maria del Taro (PR) don Bobbio viene condotto nelle carceri di Chiavari (GE), cittadina in cui spadroneggia il capo delle Brigate Nere locali Vito Spiotta. La mattina del 3 gennaio 1945 viene fucilato al poligono di tiro nei pressi del cimitero.
    Nei giardini di Chiavari, liberata nel 1945 come le altre città del golfo del Tigullio dai partigiani della “Coduri”, c’è un busto che raffigura don Bobbio. Un’epigrafe, composta dal commissario di Divisione della VI Zona Operativa Giovanni Serbandini (Bini), ricorda:
    Quando gli chiesero – al poligono di tiro – se voleva pregare prima di morire – ai nazifascisti rispose – «Io sono già a posto con la mia coscienza ma pregherò per voi» – e cadde con le mani in croce – Don Bobbio – parroco di Valletti e della Coduri – a testimoniare – con serena fermezza – cristiana e partigiana – il valore di un’intesa – salvatrice della patria e dell’umanità“.

    Fonte: https://mapparesistenzatigullio.com/2021/01/03/don-giovanni-battista-bobbio/

    https://mapparesistenzatigullio.com/2021/12/30/leccidio-al-mulino-di-gattea-29-30-dicembre-1944/