Luigi Ghilardini nasce a Gazzaniga (BG) in una famiglia profondamente religiosa; entra 19enne nell'Ordine degli Agostiniani e riceve l'ordine sacerdotale a Roma il 25/05/1937.
Durante la Seconda guerra mondiale viene inviato nel ruolo di cappellano militare con la 33° Divisione Fanteria "Acqui" a Cefalonia, in Grecia, presso il 37° Ospedale da Campo divisionale. L'11/09/1943, interpellato dal Generale comandante Gandin in merito all'ultimatum dei tedeschi di continuare la lotta al loro fianco, egli suggerisce al generale di respingere con fermezza l'ordine e di intimare lui ai tedeschi la resa. Decisa la lotta contro i nuovissimi nemici germanici, si porta come volontario sul campo di battaglia e sotto il fuoco nemico recupera e salva numerosi feriti abbandonati tra gli opposti schieramenti.
Dopo la durissima rappresaglia tedesca e la fucilazione in massa di ufficiali e soldati italiani, durante l'occupazione tedesca dell'isola partecipa alla lotta clandestina fornendo viveri, medicinali, indumenti ed altri beni di prima necessità ai militari italiani che sulle montagne hanno formato un raggruppamento chiamato "Banditi della Acqui" che, assieme ai partigiani greci, combatte i nemici.
Successivamente al rientro in patria continua a svolgere missione pastorale a Milano, Pavia e Genova e per oltre trent'anni visita chiese, caserme e piazze italiane per narrare i tragici eventi della "Acqui". Fa da collegamento con le famiglie dei caduti ed è tra i fondatori dell'Associazione Nazionale Reduci e Famiglie Caduti della Divisione "Acqui". Dal 1952 alla fine dell'agosto 1953 è nominato dal governo italiano Direttore dei lavori per l'operazione di recupero di una parte delle salme dei caduti, trasportate infine nel Museo Ossario dei Caduti d'Oltremare di Bari. Il completamento delle ossa si è completato solo nell'anno 2000.
Padre Ghilardini scrive due volumi sul tema, "I Martiri di Cefalonia" e "Sull'arma si cade ma non si cede". In essi vengono nominati tutti gli altri cappellani militari ed ausiliari attivi nelle isole greche ioniche in quel tragico periodo ed anche le suore italiane missionarie francescane del Sacro Cuore, in particolare l'infermiera suor Maristella Longhino del 37° Ospedale da campo poi decorata con Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Partecipa all'inaugurazione del monumento ai caduti della "Acqui" a Cefalonia (il cui numero è stato nel tempo ridimensionato, passando dalle 9500 vittime in precedenza ritenute certe alle circa 2300, con un massimo di 5000, confermate successivamente) ed ad altri monumenti e targhe commemorative sparsi in Italia. Muore a Genova il 26/02/1975.
Fonte: foglio di un settimanale cattolico ignoto del 22/02/2004 conservato nel Fondo "Giorgio Dodero", busta 1, fascicolo 4 "2004" presso l'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova.