Don Domenico Minetti è parroco della chiesa della Maddalena a Sassello (SV).
Il 21 ottobre 1944, lungo la strada Sassello-Acqui Terme (SV-AL), nel corso di un rastrellamento seguito a uno di grandi dimensioni realizzato una decina di giorni prima da formazioni tedesche e fasciste nella stessa zona, militi della Divisione RSI San Marco (partecipa, tra gli altri, il sergente Cambogi o Camboggi) uccidono il sacerdote e ne abbandonano il cadavere insepolto. Questa è la ricostruzione di mons. Giovanni Galliano:
"Militi della Divisione S. Marco di stanza a Sassello, il 21 ottobre 1944, comandati da due ufficiali italiani e da un tenente tedesco, assaltano di notte la casa canonica della Maddalena, minacciano e insultano il povero parroco inerme ed impaurito e con la falsa accusa di dare ospitalità ai partigiani è condannato ad essere fucilato sul posto. Chiede il bravo sacerdote di poter celebrare la Messa. È tutto strano e allucinante: gli viene concesso. Terminata la sua ultima Messa, senza che nascesse nel cuore di quegli ufficiali il minimo sentimento di pietà, viene trascinato presso un ruscello. Lì don Minetti viene ucciso e il cadavere abbandonato insepolto. In fretta casa canonica e chiesa sono rovistate e spogliate di tutto: vengono lanciate alcune bombe a mano che producono rovine e macerie".
Galliano, allora collaboratore del vescovo di Acqui mons. Dell’Omo, lo accompagna a Sassello appena conosciuta la tragica notizia. Sul posto il sacerdote viene oltraggiato e minacciato di morte dai militari. Tradotto in un luogo di detenzione (gli imputano d’essere favoreggiatore dei partigiani) Galliano viene liberato per intervento del generale Amilcare Farina, comandante della S. Marco: "Il generale deprecò l’uccisione di don Minetti, ammettendo che non sempre riusciva a controllare i suoi uomini. Ordinò che ci fosse consegnato il cadavere del sacerdote ucciso per la sepoltura".