Di famiglia poverissima, nasce nel 1907 a Pozzolo Formigaro (Al).
Nel 1924, entra nella Congregazione di don Orione, che ne intuisce l’intelligenza vivace, la vocazione sincera e la dialettica straordinaria, ben adatta alla predicazione e all’oratoria.
Durante il periodo della Resistenza, don Pollarolo si aggrega come cappellano in formazioni partigiane del Cuneese e dell’Oltrepò pavese. Partecipa in prima persona alle azioni militari, ma non come combattente: sempre solo come sacerdote e apostolo, senza impugnare un’arma, ma col solo breviario in mano e, talvolta, la cinepresa. Realizzò infatti, come cineamatore, diverse riprese cinematografiche con la sua piccola cinepresa tascabile, realizzando filmati di grande interesse storico (da lui stessi sviluppati e montati) che testimoniano scambi a fuoco, scene di battaglia tra partigiani, repubblichini e tedeschi e varie azioni militari. Catturato, venne messo al muro, poi graziato e incarcerato, ma non cercò mai la vendetta. Né mai rinunciò a predicare la carità evangelica, l’uso della moderazione e della giustizia che a suo avviso doveva essere usata con «il minimo taglio necessario, come il bisturi del chirurgo: nulla di più, e solo per sanare, mai per vendicarsi».
Nel dopo guerra, fonderà a Torino la “Casa del Giovane operaio”, con sede in corso Principe Oddone: una casa di accoglienza per giovani in cerca di lavoro, con cui si mostra paterno e tollerante, ma intransigente in tema di moralità e onestà. Con l’aiuto di alcuni laici, darà poi vita ad una Università popolare, affermando che «la carità non è solo pane»: proprio come il suo padre spirituale don Orione, don Pollarolo non intese infatti assistere il povero solo dal punto di vista spirituale e materiale, offrendogli un pasto, un letto e un tetto, ma si propose anche di elevarlo come uomo, contribuendo a fornirgli ogni opportunità per accrescere la sua istruzione.