Tenente cappellano militare del Battaglione partigiano "Gherlenda", attivo nella provincia di Trento.
Nel 1935 ad Asti, presso i Giuseppini, ordine che occupa degli emigranti, don Francesco Sordo diventa sacerdote e tenente cappellano militare nell’Arma dei Carabinieri. Nel 1940 è impegnato nella campagna di Albania, successivamente in Sicilia per essere poi trasferito, a causa di un intervento chirurgico, presso l’ospedale militare di Ferrara.
Il 9 settembre 1943, per aver aiutato a fuggire dei soldati italiani, don Francesco Sordo è catturato dai tedeschi ma riesce a dileguarsi. Ritorna sulle montagne del Tesino, dunque si unisce ai partigiani di Montello, riesce a far passare verso Foggia un trimotore, si sposta con i partigiani della Val d’Ossola. Catturato in un rastrellamento è imprigionato a Verona, da dove è liberato per l’intervento del monsignor Casonato. Torna fra i partigiani del Novarese, in un suo ritorno in Trentino è catturato dai fascisti sul lago
di Garda ma anche questa volta riesce a fuggire e tornare nel Tesino come cappellano del “Gherlenda”. Il 10 ottobre anche lui sta per essere catturato a Castel Tesino, dove si vuole impiccarlo davanti alla chiesa. Dopo molte altre peripezie, dal Passo Tonale passa in Valtellina alla volta della Svizzera. Intercettato dai fascisti sul lago d’Orta riesce a distruggere documenti compromettenti. Confinato a Novara, con molte altre avventure riesce a raggiungere la Svizzera dove continua la sua opera a sostegno della Resistenza.