Doria, Vito (Carlo)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 07/06/1887

  • Pseudonimo, nome assunto

    Carlo

  • Biografia

    Militante del Partito comunista clandestino, dopo aver combattuto nella guerra di Spagna si trasferisce nella Francia occupata dove inizia a collaborare con il maquis. Arrestato e imprigionato nelle carceri di Neuilly, riesce ad evadere e a rientrare in Italia e dopo l’8 settembre, si unisce ai partigiani che operano sull’Appennino ligure-alessandrino. Dopo il rastrellamento dell’aprile 1944 e la riorganizzazione delle formazioni della III Zona, nel giugno 1944 viene destinato alla formazione comandata da Franco Gonzatti (Leo), dalla quale sorge poi la brigata Buranello, al comando del distaccamento dislocato a cascina Palazzo, nei pressi del laghi della Lavagnina. A luglio subentra a Gonzatti al comando della Buranello, dislocata nella zona del monte Tobbio in val Lemme, ma viene accusato di atteggiamenti dispotici a seguito alla decisione di destituire il commissario politico della brigata. Nel settembre 1944, accresciutosi il numero degli effettivi del distaccamento di Palazzo, decide di costituire la divisione unificata Ligure-alessandrina, denominata inizialmente, per sua volontà, divisione Doria, nel cui organico è inquadrata la brigata Buranello comandata da Cesare Dattilo (Oscar). Durante il rastrellamento nazifascista che investe dal 7 al 10 ottobre 1944 Olbicella di Molare, sede del Comando divisione, culminato con l’impiccagione di sei partigiani, ordina ai suoi uomini di attestarsi a difesa della postazione, rinunciando alla consueta tattica della guerriglia. Due successive offensive delle truppe nazifasciste, avvengono in assenza di Doria, che ha temporaneamente abbandonato il posto di comando per spostarsi a fondovalle. Sottoposto a dure critiche e persa la fiducia dei suoi subalterni e collaboratori, il 16 novembre 1944 per ordine del Comando VI Zona viene destituito e trasferito ad altro settore. Nel gennaio 1945 la divisione, che ha assunto il nome di Mingo e al cui comando è subentrato il vicecomandante Gregorio Cupic (Boro), emette nei suoi confronti un mandato di cattura con l’accusa di diserzione, disgregazione in seno alla formazione ed altri reati.