Friedrich Wilhelm Konrad Siegfried Engel, conosciuto come "il boia di Genova" (Warnau an der Havel, 3 gennaio 1909 – Amburgo, 4 febbraio 2006), è stato un militare e criminale tedesco condannato all'ergastolo in contumacia per la Strage della Benedicta (147 fucilati), per la Strage del Turchino (59 fucilati), per l'Eccidio di Portofino (22 fucilati) nel 1944 e per la Strage di Cravasco, nei pressi di Campomorone (20 fucilati) nel 1945.
Figlio di insegnanti e studente di filosofia all’università Humboldt di Berlino, nel 1932 diviene
membro del partito nazista e, dal gennaio 1936, di SS e Sicherheitsdienst (Polizia di sicurezza), iniziando una carriera all’interno dell’apparato nazista che lo avrebbe portato, nel gennaio 1945, alla nomina a tenente colonnello (SS-Obersturmbannführer) e al conferimento della Croce al merito di guerra.
Inviato in Italia, alla fine del 1943 assume il Comando distaccato (Aussenkommando) della SD di Genova, incarico che avrebbe mantenuto sino alla fine della guerra. Insediatosi nella Casa
dello Studente, divenuta luogo di detenzione e tortura per molti partigiani e antifascisti, Engel si rende responsabile delle quattro stragi sopra citate commesse dai nazisti nella VI Zona. Per tali crimini, dopo un cinquantennio di colpevoli insabbiamenti, è stato condannato all’ergastolo in contumacia dal Tribunale militare di Torino con sentenza del 15 novembre 1999, per "reato continuato di violenza in concorso con omicidio in danno di cittadini italiani". Non ha scontato la condanna dato che le autorità tedesche non hanno mai concesso mai l'estradizione richiesta dal ministero di Giustizia italiano.
Nel marzo 2000 la procura di Amburgo richiede gli atti processuali a quella di Torino per riprocessare Engel in Germania; nel 2002 viene condannato dal tribunale di Amburgo a sette anni per "omicido commesso con crudeltà" relativo alla sola strage del Turchino, ma neanche questa condanna sarà mai scontata. Muore ad Amburgo, nel quartiere di Lokstedt, in Siebenschön 19, a 97 anni di età, senza avere scontato alcunché per i propri crimini.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.172-173