Federale di Genova dal luglio 1944, comandante della 31° Brigata Nera Silvio Parodi e iscritto al Pnf dal gennaio 1922, presenta un ricco curriculum militare essendosi arruolato volontario nelle guerre di Etiopia e Spagna e nel secondo conflitto mondiale, durante il quale fu capitano del 7° reggimento alpini di stanza in Montenegro. Ragioniere presso un istituto bancario di Genova, “ardente fascista, di carattere esuberante e molto animoso” (come si legge in una relazione dell’ufficio politico della Questura genovese del 20 maggio 1942), vicesegretario del Fascio di Chiavari e ufficiale della milizia, è tra i primi, all’indomani dell’8 settembre, a riorganizzare il partito fascista venendone subito nominato vicefederale. Subentrato a Luigi Sangermano, nel luglio 1944, nella carica di federale, all’alba del 24 aprile 1945 lascia Genova con gli uomini della Brigata nera Silvio Parodi e della Gnr. Giunto il 26 aprile a Como, località ove incontra il segretario del Pnf Pavolini, indossati abiti civili cerca di organizzare la fuga in Svizzera ma il giorno successivo viene catturato a Cernobbio assieme al federale di Milano Vincenzo Costa. Riuscito a scappare il 28 aprile, grazie alla probabile complicità di un partigiano suo ex attendente, raggiunge la Spagna ove può sfuggire al processo in contumacia intentatogli a Pisa nel 1950 e millantare, attraverso un memorandum inviato alla Corte, un ruolo decisivo nel salvataggio del porto di Genova. Riabilitato dal governo italiano negli anni Cinquanta, morirà a Barcellona nel 1988.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.175-176