Durante la Seconda guerra mondiale combatte nel Genio Guastatori. Inviato sul fronte russo,
nel 1943 rientra in Italia e allo sbando dell’esercito si aggrega alle formazioni azioniste di Giustizia e libertà, iniziando a svolgere attività cospirativa. A Genova diviene stretto collaboratore di Antonio Zolesio (Umberto Parodi) con il quale a dicembre raggiunge Torpiana
di Zignago, dove si costituisce la prima brigata GL della Liguria, nella quale viene inquadrato
in qualità di vicecomandante. Nel 1944 passa a combattere in val Fontanabuona con la GL
Matteotti di Zolesio, assumendo il comando del battaglione Borrotzu composto da militari sbandati, dal reparto comandato da Giuseppe Machiavelli (Stella) e da un nucleo capeggiato da Nicola Cusanno (Nicola). Partecipa alla liberazione dei prigionieri detenuti nel campo di Coreglia Ligure. Il 13 agosto guida un reparto della brigata Gl Matteotti appostato fra Moconesi e Roccatagliata per fronteggiare l’attacco dei reparti nazifascisti su Barbagelata. Postosi in contatto con alcuni ufficiali della colonna leggera della divisone Monterosa di stanza in val Fontanabuona, concorda il passaggio nel campo partigiano della stessa, armi e munizioni comprese, avvenuto il giorno successivo nel corso dell’attacco ai presidi di Donega e Gattona. Negli ultimi mesi del 1944 opera nella zona circostante Crocetta d’Orero. Il 5 aprile 1945, quando si costituisce il gruppo brigate GL Matteotti, gli viene affidato il comando della brigata Lanfranconi, comprendente il 2° ed il 3° battaglione, alla cui guida resta fino alla Liberazione.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.176