Fronte della Gioventù nella IV Zona operativa
A ridosso dell’8 settembre 1943, con un moto contrassegnato da spontanea opposizione all’invasore tedesco e al suo alleato fascista della Repubblica di Salò, gruppi di giovani si ritrovano insieme, nel chiuso delle case, soprattutto per parlare e magari per cantare sommessamente brani ritenuti consoni alle drammatiche vicende dell’epoca e al dovere di riconquistare la libertà.
Subito dopo si comincia a formare un nucleo di organizzazione più efficiente, sebbene molto fluida. Ciò accade con l’entrata in scena di Arrigo Diodati (“Franco” ma anche “Renato”) appartenente ad una famiglia antifascista spezzina, emigrata in Francia nel 1937 e successivamente rientrata in Italia. Nel giro di qualche mese però Diodati viene sospettato ed è costretto ad andare a Genova. Quindi il suo posto è preso da Filippo Borrini, che sta a Vezzano ed è figlio di un operaio comunista dell’OTO Melara, di cui c’è traccia nelle carte di Archivio. Al suo nome, sempre nei documenti, si intreccia quello di “Valeria” (Anna Maria Vignolini) di Sarzana, che tanta parte ha nei Gruppi Difesa della Donna.
Insieme a Filippo Borrini troviamo Emilio Bernabei, Gino Gironi, che agisce a Valdellora, Nelmo Bancalari, responsabile del centro città, Imo Geminelli che lavora all’Ansaldo. C’è anche un nucleo di giovani del centro città: Piero Pezzini, i fratelli Elio e Tullio Podestà. Ad Arcola abbiamo Laura De Fraia e Mimma Rolla (quest’ultima, essendo studentessa al Liceo Pacinotti, approfitta di ciò per collocare sotto i banchi i volantini del Fronte), a S. Venerio c’è Laura Nacher, a Pitelli Ines Maloni.
La componente maggiore del Fronte è costituita da elementi che o sono comunisti o comunque si richiamano all’area comunista, sebbene entrino ad un certo punto in esso ad esempio Marcello Varrone, Silvio Rossato e Agostino Ravecca, di provenienza cattolica, e giovani di altre componenti ideali.
Il Fronte della Gioventù cerca di penetrare in tutti i reparti dei richiamati dall’esercito della R.S.I., diffondendo stampa clandestina e “l’Unità” edizione della Spezia, anche perché i richiami di leva cominciano a riguardare un sempre maggiore numero di classi di età e l’opera di propaganda nei confronti di questi ragazzi diventa davvero delicata ed importante. Non a caso molti richiamati disertano ed accrescono le file partigiane.
Secondo gli scarsi documenti di Archivio da una relazione di “Valeria” (Anna Maria Vignolini) sappiamo che al 1° settembre 1944 la componente femminile del Fronte è così ripartita (La Spezia: 32; Sarzana: 32; Vezzano Monte e Stazione: 13+6; Romito:6; Pugliola:18; Pitelli:4; Arcola: 21)
Dalla pubblicistica sulla Resistenza in IV Zona risulta che il giornale del Fronte della Gioventù è “La voce dei Giovani” ma ci sembra opportuno segnalare come in data 15 dicembre 1944, in una relazione conservata all’Archivio Storico I.S.R., si sottolinei il fatto che, non arrivando il giornale del Fronte, se ne faccia uno locale intitolato invece “Noi giovani".
http://www.isrlaspezia.it/strumenti/lessico-della-resistenza/f-d-g-fronte-della-gioventu/