Federazione dei Fasci di combattimento di Genova

  • Storia

    Era la sezione genovese dei Fasci di Combattimento.
    La fondazione dei Fasci italiani di combattimento avvenne il 23 marzo 1919 in piazza San Sepolcro a Milano, il cosiddetto "Fascio primigenio". Il primo intervento programmatico fu di Benito Mussolini, che espose a grandi linee i tre punti fondanti del nuovo movimento, riassunti il 24 marzo 1919 dal Il Popolo d'Italia:

    «I. L'adunata del 23 marzo rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli d'Italia che sono caduti per la grandezza della Patria e per la libertà del Mondo, ai mutilati e invalidi, a tutti i combattenti, agli ex prigionieri che compirono il loro dovere, e si dichiara pronta a sostenere energicamente le rivendicazioni d'ordine materiale e morale che saran propugnate dalle associazioni dei combattenti.
    II. L'adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all'imperialismo degli altri popoli a danno dell'Italia e all'eventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli; accetta il postulato supremo della Società delle Nazioni e presuppone l'integrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda l'Italia deve realizzarsi sulle Alpi e sull'Adriatico colla rivendicazione e annessione di Fiume e della Dalmazia.
    III. L'adunata del 23 marzo impegna i fascisti a sabotare con tutti i mezzi le candidature dei neutralisti di tutti i partiti».

    Dopo Mussolini intervenne Filippo Tommaso Marinetti che invitò gli intervenuti a contrastare il Partito socialista che accusò di sferrare un assalto alla Nazione (era il periodo del biennio rosso) sfruttando «la necessità di maggior giustizia sociale» delle folle operaie. Seguì un breve intervento di Mario Carli che portò l'adesione di alcuni Fasci futuristi come quello di Roma, Firenze, Perugia e Taranto Le linee guida di Mussolini, messe ai voti, furono approvate all'unanimità dall'assemblea.