Data di nascita : 15/8/1911
Entra nel seminario di Genova a dodici anni. Durante gli studi inizia a sviluppare la propria avversione nei confronti del fascismo, influenzato anche dalle conversazioni con il cardinale Carlo Dalmazzo Minoretti che lo ordina sacerdote il 15 giugno 1935. Subito dopo viene destinato come vice parroco a San Martino d’Albaro e, successivamente, alla parrocchia di Bolzaneto. Già dal 9 settembre 1943 collabora con gli antifascisti, nascondendo armi nella canonica e in chiesa e prendendo contatto con i gruppi clandestini di San Quirico, Pontedecimo e Sestri Ponente. La canonica di Bolzaneto diviene la sede nella quale si tiene una delle più importanti riunioni per appoggiare la 3ª brigata Garibaldi Liguria. Inoltre don Berto si adopera per portare in salvo ex militari fuggiti dai campi di prigionia e avviare in montagna giovani sbandati e ricercati. Ben presto, a seguito della propria attività di supporto ai partigiani, viene inserito in un elenco di ottanta preti indiziati di cospirazione, redatto dalle autorità fasciste di Genova. Benché avvertito del pericolo, continua a mantenere rapporti con le formazioni partigiane della zona della Benedicta, delle Capanne di Marcarolo e del monte Tobbio. Alla fine dell’agosto 1944, ormai ricercato a Genova dalle Brigate nere, decide di salire in montagna e di unirsi alla brigata Buranello, di cui diviene il cappellano, ruolo che ricoprirà anche nella divisione Ligure-alessandrina (poi divisione Mingo). Fa parte, inoltre, del personale dell’ospedale partigiano di Rocchetta Ligure (Alessandria) diretto dal dottor Tito Tosonotti. In ottobre è incaricato dal comando della divisione Mingo di redigere e stampare il giornale Il Ribelle, in seguito intitolato Il Patriota. Alla vigilia della Liberazione partecipa ai negoziati per la resa del presidio tedesco di Voltaggio con i comandi della brigata Pio e scorta i prigionieri tedeschi consegnati agli Alleati. Ha pubblicato i volumi autobiografici Sulla montagna con i partigiani e Prete e partigiano.