Fillak, Walter (Gennaio, Martin)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 10/6/1920

    Data di morte: 5/2/1945

  • Pseudonimo, nome assunto

    Gennaio
    Martin

  • Biografia

    Espulso nel 1938 dal liceo scientifico Cassini per le sue idee antifasciste, dopo aver conseguito privatamente la maturità si iscrive alla facoltà di chimica dell’università di Genova. Durante gli studi universitari incontra Giacomo  Buranello (Pietro), con il quale forma una cellula comunista, in collegamento con le città di Torino, Casale, Livorno e Roma, allacciando i primi contatti con gruppi di operai di Sampierdarena e Sestri Ponente. A seguito di una delazione, l’11 ottobre 1942 è arrestato dall’Ovra insieme a tutto il direttivo genovese del Partito comunista. In un primo tempo è imprigionato nel carcere di Marassi, successivamente in quello di
    Massa Carrara ed infine a Regina Coeli a Roma, ove il 31 marzo è deferito al Tribunale militare di guerra in quanto appartenente alle forze armate al momento dell’arresto. Liberato il 31 agosto 1943, si sposta in Piemonte e dopo l’8 settembre si unisce alle formazioni partigiane, comandando un gruppo di dodici uomini nella zona di  Piancastagna, nei pressi di Acqui Terme. Pochi giorni prima di Natale guida un gruppo di partigiani all’attacco della caserma dei carabinieri di Urbe. Opera sull’appennino ligure-alessandrino, prima come comandante del 6° distaccamento della 3ª brigata Liguria e poi come vicecommissario, recandosi spesso a Genova per guidare le azioni dei Gap. Il 28 febbraio 1944 accompagna Buranello in città per sostenere con azioni armate gli scioperi operai della prima settimana di marzo. Scampato al rastrellamento della  Benedicta che disperde la 3ª brigata Liguria, si rifugia a Milano e non potendo unirsi ai partigiani jugoslavi, come sua intenzione, decide di raggiungere la Svizzera, ove alloggia nella casa dell’editore Giulio
    Einaudi. Dopo circa tre mesi rientra in Italia e sotto lo pseudonimo di Martin torna a combattere in valle d’Aosta, a Cogne e a Champorcher. Nell’ottobre 1944 viene nominato comandante della 76ª brigata Garibaldi e successivamente comandante militare della 7ª divisione Garibaldi Piemonte, operante nella bassa valle d’Aosta. Nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 1945, a seguito di un’imboscata, viene fatto prigioniero a Lace, presso Donato (Ivrea) insieme all’intero stato maggiore, e condotto alla caserma Pinelli.
    Condannato a morte, viene impiccato il 5 febbraio 1945 alla periferia di Cuorgnè (Torino), lungo la strada che conduce ad Alpette. Medaglia d’argento al valor militare.