Le "Brigate Autonome" sono state organizzate nel Cuneese, nella Langhe e nel Monferrato da Enrico Martini (Mauri), maggiore del Corpo degli Alpini, e sono state denominate anche azzurri o badogliani. Composta principalmente di militari, si distingueva per l'indipendenza dal Comitato di Liberazione Nazionale e per la fedeltà al governo del Regno del Sud e agli Alleati. Non aveva riferimenti ideologici ufficiali, sebbene gli aderenti fossero prevalentemente di fede monarchica, di destra, liberali e cattolici, uniti dall'antifascismo e dal rifiuto del comunismo. Enrico Martini fu fondatore e comandante del 1º Gruppo Divisioni Alpine, il gruppo di partigiani autonomi più importante ed efficiente durante la Resistenza, e venne decorato con Medaglia d'oro al valor militare a vivente. Nel dopoguerra cambiò nome aggiungendo il suo pseudonimo di battaglia, divenendo ufficialmente Enrico Martini Mauri. Alla data del 25 aprile 1945 la sua organizzazione conterà nove divisioni partigiane con oltre 5000 uomini bene armati ed addestrati.
Le formazioni autonome sono reparti partigiani non formalmente collegati con i partiti del CLN. Costituite inizialmente da militari sbandati dopo l'armistizio, si ingrossano soprattutto grazie ai disertori e ai renitenti la leva di Salò. Nelle formazioni autonome prevale la struttura militare di tipo classico, nonché una strategia difensiva che, nei primi tempi, non può reggere agli attacchi sferrati dai nazifascisti. Le formazioni autonome si sviluppano nelle zona delle Alpi e degli Appennini.
In dicembre, tra Cuneo e Savona, si costituisce il I gruppo divisioni alpine, comandato dal maggiore Enrico Martini, nome di battaglia “Mauri”. < > (R. Sandri, Autonome, brigate, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2006, p. 408).
Nel Fondo Cln Imperia, busta I 117, fascicolo "Cln e Partiti novembre 1944", conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova, sottofascicolo "Giorni 1-10", è conservata una comunicazione originale del 04/11/1944 tra il comando della Zona A e Ivaldo Italo (Demetrio) del Pci di Imperia. Vi si legge testualmente:
"Esiste come tutti sappiamo un movimento antigaribaldino condotto da persone che si dicono badogliani o nazionaliste e che parlano di noi adoperando le stese parole della propaganda nazifascista. Un mio incaricato "Regolo" ha intercettato una comunicazione diretta ad un certo "Leopardo" del quale credo conoscere l'identità entro pochi giorni. Il messaggio diceva che un loro uomo era partito il 30/1071944 per il Piemonte per avere un abboccamento con "Mauri". Essi vorrebbero sopraffare il nostro movimento giudicato da loro pericoloso perchè con tendenza comunista. I Sig. sono: Angelo Amato di Ospedaletti via XX Settembre (uff. di Artiglieria) e Pettini V. che credo sia amministratore dell'ospedale. Si spalleggiano a vicenda con un certo "Tonino" Cappacchione ex tenente dell'aeronautica [---]. Il Tonino ha fra il resto detto questa frase ad un garibaldino: Aspettiamo che la Brigata Garibaldi si sbandi per mettere a posto le cose. Non è da escludere un avvicinamento dei quattro gatti di Tonino con gli otto del Cap. Umberto [...]".
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