Fortezza di Gavi

  • Storia

    Antico castello fortificato ubicato sulla cima di un colle dominante la valle Lemme e Scrivia (AL), durante il secondo conflitto mondiale è adibito a struttura di prigionia per i soldati inglesi. Dopo l’occupazione tedesca diviene luogo di detenzione per gli ufficiali superiori dell’esercito italiano e i militari alleati fatti prigionieri dopo l’8 settembre 1943 e, in seguito, per i partigiani. Fra i prigionieri rinchiusi nel forte figurano il generale Efisio Marras, l’ammiraglio Carlo De Angelis ed il colonnello dell’aeronautica Giuseppe Teucci, addetti militari presso l’ambasciata italiana a Berlino: dopo essere stati rinchiusi nel campo di detenzione per prigionieri politici e militari di Oranienbaum e, successivamente, nel carcere veronese degli Scalzi, costoro vengono condotti nel forte militare di Gavi, avendo evitato il processo per alto tradimento.
    Nell’agosto 1944 viene organizzata la loro evasione: l’azione, effettuata con l’aiuto del Cln di Isola del Cantone presieduto dall’avvocato Triulzi e con la collaborazione di Giambattista Rabbia, operaio incaricato della manutenzione degli impianti idraulici del forte in contatto con il Cln di Alessandria, viene portata a termine da una squadra di partigiani capeggiata da Giuseppe Bozzano (Pippo), comandante dei Gap di Genova Cornigliano, che riesce a condurre i tre alti ufficiali al comando della brigata Buranello, inquadrata nella divisione Ligure-alessandrina.

    Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.205