Forze Armate 5° Armata USA

  • Storia

    La V Armata alleata, al comando del generale Mark W. Clark, è formata di 171.062 uomini, appartenenti a quattro divisioni di fanteria americane, la 34a, 85a, 88a e 91a, alla 92a e 45a Task Force corazzate, alla 6a divisione corazzata sudafricana e alla Forza di Spedizione Brasiliana (FEB).

    Nel settembre si trova davanti alle poderose difese della Linea Gotica, nella zona dei passi della Futa e del Giogo.

    I tedeschi si aspettano qui l’attacco alleato e vi concentrano alcune delle migliori divisioni rimaste alla Wehrmacht, pur oramai decimate e senza riserve, come la 715a fanteria o la 4a paracadutisti. I soldati schierati hanno l’ordine di difendere le posizioni “fino all'ultimo uomo e fino all'ultima cartuccia”.

    Il motto lanciato dal generale Clark è: "A Bologna prima di Natale". Il comandante della V Armata decide di portare l’attacco principale sul Giogo di Scarperia, per aggirare e liberare il Passo della Futa e procedere poi sulla statale 65 verso la pianura.

    Ordina quindi la conquista dei monti Altuzzo e Monticelli, due colli di circa 900 metri dominanti il passo del Giogo. I loro costoni scoscesi sono difesi da squadre dotate di armi automatiche, quali le micidiali mitragliatrici MG 42.

    Le postazioni di fuoco e di osservazione, costruite in cemento armato, tronchi e terriccio, sono protette dagli attacchi aerei e dalle cannonate, come i ricoveri delle truppe, scavati nella montagna e raggiungibili tramite camminamenti interrati. Davanti al caposaldo vi sono estesi campi minati e numerosi ordini di filo spinato.

    Sulle cime attorno al passo si svolgono alcune delle più furiose battaglie della guerra in Italia. Nella notte fra il 12 ed il 13 settembre gli americani cominciano a bombardare le postazioni tedesche su tutta la lunghezza del fronte, in modo da non mostrare il punto preciso dell'attacco principale.

    Nei giorni precedenti sono stati martellati alcuni paesi delle retrovie: l'11 settembre Firenzuola, il 12 Baragazza, tra il 12 e il 13 Bruscoli, nella Valle del Setta. Dappertutto numerosi morti tra i civili.

    All’alba del 13 settembre gli uomini del 338° e 339° reggimento di fanteria della 85a Divisione “Custer” iniziano il loro attacco ai monti Altuzzo e Verruca, mentre il 362° e 363° reggimento della 91a Divisione assaltano il Monticelli e una parte del fronte a sinistra di esso.

    A contrastarli sono soprattutto i paracadutisti dalla 4a Divisione del gen. Trettner, composta di veterani di Anzio, ma anche di giovani reclute, con appena tre mesi di addestramento.

    Gli americani conquistano la sella del Giogo e le alture circostanti solo il 17 settembre, dopo sanguinosi combattimenti e una strenua difesa da parte tedesca. Hanno aver perso circa 500 uomini al giorno, tra morti e feriti.

    Lo stesso giorno il 337° reggimento della 85a Divisione occupa a est il Monte Pratone, vicino alla Colla di Casaglia, che unisce il Mugello toscano alla Valle del Lamone.

    L’avanzamento più rapido si avrà in seguito nella valle del Santerno. La conca di Firenzuola è conquistata il 21 settembre dopo un furioso bombardamento aereo.

    Il paese, fortunatamente già evacuato il 10 settembre, è quasi completamente distrutto, compreso il bel palazzo comunale del '300 in pietra serena.

    Il successivo contrattacco tedesco a colpi di artiglieria è contrastato con una cortina fumogena appositamente provocata dalla compagnia chimica, mentre i genieri cominciano a gettare i primi ponti Bailey sul Santerno.

    L'88a Divisione “Blue Devils” è incaricata dal gen. Keyes di avanzare verso Imola. La notte del 21 settembre, sotto la pioggia, le avanguardie della 88.a divisione avanzano verso Castel del Rio, incontrando poca resistenza.

    Il 29 settembre è occupato il passo della Raticosa. Tre divisioni americane, la 34a, 91a e 85a, sono lanciate oltre i colli sul confine tra Toscana ed Emilia.

    Il 2 ottobre sarà liberato il paese di Monghidoro, annesso simbolicamente dal generale Clark al distretto di Los Angeles. Le direttrici principali sembrano aperte agli Alleati per una rapida conquista di Bologna e della Pianura Padana.

    Ma i tedeschi si ritirano con ordine verso nord, secondo piani da tempo predisposti, arroccandosi in ogni luogo del basso Appennino vantaggioso per la difesa, in particolare lungo la catena trasversale del contrafforte pliocenico.

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