Foschi, Italo

    Data di esistenza

    Data di nascita : 07/03/1884

    Data di morte: 20/03/1949

  • Biografia

    Italo Celestino Foschi (Corropoli, 7 marzo 1884 – Roma, 20 marzo 1949) è stato un politico e dirigente sportivo italiano, fondatore e primo presidente della Associazione Sportiva Roma, della Associazione Sportiva Sambenedettese e della Società Sportiva Giuliese.
    Sportivo praticante (lotta greco-romana in particolare, ma anche scherma e calcio), approdò al fascismo dopo aver militato durante la prima guerra mondiale nelle file dell'interventismo e del nazionalismo, venendo ferito in un paio di occasioni, affrontando numerosi duelli e subendo anche l'arresto prima dell'avvento del regime. Già nel 1911 seguì l'esempio del padre e si iscrisse all'Associazione nazionalista italiana (ANI), di cui divenne segretario della sezione romana nel 1918 e, dal gennaio al marzo 1923, segretario della federazione laziale. Dopo la fusione dell'ANI col Partito nazionale fascista (marzo 1923) entrò nel fascio di combattimento romano. Chiamato a far parte della commissione riorganizzatrice di quest'ultimo, nominata nell'agosto del 1923 da Roberto Farinacci, dal 15 agosto 1923 fu messo a capo della federazione laziale sabina, prima come commissario straordinario poi come segretario federale, sino al 3 gennaio 1924. Dal dicembre 1923 era entrato a far parte del nuovo direttorio del fascio, ottenendo il più alto numero di preferenze tra gli eletti, e dal febbraio 1924 al dicembre 1926 fu segretario politico del fascio romano, succedendo a R. Polverelli.
    Ai vertici dello squadrismo capitolino fu tra gli organizzatori dell'assalto alla casa dell'ex-presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti, di vari pestaggi ai dirigenti dell'opposizione dopo le elezioni del 1924 e protagonista nella campagna antimassonica. Dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti fu chiamato a far parte del direttorio nazionale provvisorio del Partito fascista, nominato da Mussolini il 16 giugno in sostituzione del quadrunvirato, dove rimase sino alla nomina di un nuovo direttorio da parte del Consiglio nazionale del partito (8 agosto). Nei mesi seguenti l'omicidio del deputato socialista, la sua posizione fu di netto e deciso appoggio al duce e al fascismo. Pochi mesi più tardi però Foschi subì direttamente le conseguenze della fine della segreteria di Farinacci venendo a sua volta messo da parte e rimpiazzato da Umberto Guglielmotti, con il quale aveva fondato il 19 luglio 1924 il settimanale del Fascio romano Roma fascista, poi diventato dal gennaio 1935 giornale del GUF. Con la fine della sua carriera politica Foschi iniziò a dedicarsi, oltre che alla penetrazione delle idee e pratiche fasciste nei quartieri popolari, in cui avevano scarso appoggio, anche alla riorganizzazione e allo sviluppo delle attività sportive, istituendo l'Ispettorato Sportivo della Federazione dell'Urbe. Continuò a occuparsi assiduamente del calcio contribuendo, come rappresentante del CONI, all'elaborazione della Carta di Viareggio insieme con il bolognese Paolo Graziani e il presidente degli arbitri Giovanni Mauro. Pubblicato il 2 agosto 1926, il documento ridisegnò l'intera organizzazione calcistica ristrutturando la FIGC e il campionato (riunione delle due leghe, Nord e Sud, in un'unica Divisione Nazionale), introducendo il professionismo, il calciomercato e il blocco degli stranieri (dando così origine al fenomeno degli oriundi).
    Lasciata il 17 dicembre 1926 la carica di federale, nel 1928 dovette rinunciare anche alla presidenza della Roma perché nominato membro del direttorio federale alla Spezia. La carriera politica gli riservò poi incarichi di prefetto a Macerata, Pola (1931-1933, dove si scontrò con il vescovo di Trieste Luigi Fogar sulla questione linguistica), Taranto (1934-1936), Treviso e Trento (1939-1943), ove incontrò, a Termeno sulla Strada del Vino nel febbraio del 1941, l'Obersturmbannführer delle SS Wilhelm Luig e Wolfram Sievers dell'Ahnenerbe, nel contesto delle Opzioni in Alto Adige e assistendo assieme a Luig e Sievers al tradizionale Egetmann, rappresentazione autorizzata per l'occasione.
    Aderì alla Repubblica Sociale Italiana e dal 24 settembre al 21 novembre 1943 diventò prefetto della provincia di Belluno. Venne quindi collocato a "disposizione del Ministero dell'Interno" e, nel 1944, definitivamente messo "a riposo". Dopo la Liberazione fu processato per la sua attiva adesione alla RSI, ma graziato da indulto. Tornato a Roma, riprese i contatti con l'ambiente sportivo romano. Morì a Roma il 20 marzo 1949, colpito da una paralisi cardiaca mentre assisteva a una partita di calcio allo stadio.

    Fonti: https://www.treccani.it/enciclopedia/italo-foschi_(Dizionario-Biografico)/

    https://it.wikipedia.org/wiki/Italo_Foschi