Sesto di undici fratelli, rimane precocemente orfano di padre. Giunto a Genova a diciassette anni, lavora come saldatore ai Cantieri navali del Tirreno. Dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte dei Gap. Dopo gli scioperi del 1944, le minacce di ritorsioni, il clima di violenza e il timore di essere catturato lo inducono a trasferirsi a Porto Maurizio (IM) dove, individuato, viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Imperia. Inviato a Marassi nella IV Sezione, viene trasferito a Bolzano e successivamente deportato prima a Dachau e poi a Buchenwald dove è internato nel sottocampo di Bad Gandersheim sino all’aprile 1945. Durante le marce della morte attuate dalle SS ormai incalzate dalle truppe sovietiche, riesce a fuggire insieme a tre compagni e a raggiungere un campo militare americano, nel quale viene accolto e tenuto in quarantena in attesa del rimpatrio in Italia. Rientrato nel giugno 1945, al trauma della deportazione si aggiunge quello del licenziamento dai Cantieri navali per prolungata malattia. Con altri deportati fonda l’Associazione nazionale ex deportati (Aned), della quale è stato presidente per più di vent’anni. Ha affidato la sua memoria di sopravvissuto al volume Dachau: matricola n° 113305. Buchenwald: matricola n° 94453, scritto con Marina Picasso; assieme a Liana Millu ha documentato le vicende di deportazione della popolazione ligure in Dalla Liguria ai campi di sterminio.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.194-195