Garrone

  • Biografia

    Il capostipite – Luigi Garrone – “figlio del vivente Giuseppe (fu Carlo) di professione affittavolo (che aveva un mulino in quel di Palestro) e di Margherita Galante del vivente Bernardino di professione proprietario”, nacque il 1° luglio 1845 a Livorno Piemonte o Livorno vercellese, provincia di Novara, come attestano l’atto di nascita e di battesimo consultati presso l’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Vercelli. Gli furono imposti i nomi di Lorenzo Luigi e Marcellino. Si dedicò all’insegnamento della matematica per tutta la vita e fu anche Preside del suo liceo, il Lagrangia di Vercelli.  Morì a Vercelli nel 1924.
    Maria Ciaudano (1858-1938) nacque a Vercelli dalle terze nozze di Lorenzo Ciaudano, proprietario di una fabbrica di birra, con Angela Costa (di professione “proprietaria”), sorella di Giuseppe (1830-1915) e Carlo (1826-1897), il primo un fotografo, il secondo un pittore, punte di diamante dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli. Il padre di Maria Ciaudano, Lorenzo, in prime nozze sposò Maddalena De Giovanni da cui ebbe Angelica Ciaudano (1831-1892) – maestra di Vercelli – che andò in moglie, nel Ducato di Parma, al conte Filippo Linati Junior (1816-1895). Da questa sorellastra Maria ereditò anche l’archivio dei Linati, di cui un nucleo significativo confluì nell’Archivio di Stato di Parma, mentre una piccola parte è tuttora conservata presso la famiglia Garrone.
    Dal matrimonio di Luigi Garrone (Luïsin) con Maria Ciaudano, il 10 agosto 1880, nacquero sei figli, di cui la prima (Angiolina) morì in tenera età; gli altri vennero alla luce in questa successione: Margherita, detta Tola (1882-1971), Giuseppe detto Pinotto o Toto (1886-1917), Eugenio detto Neno (1888-1918), Barbara detta Nuccia o Rina (1891-1980), Maria detta Mariuccia o Minuccina (1892-1921).
    Giuseppe ed Eugenio sarebbero morti nella prima guerra mondiale rispettivamente il 14 dicembre 1917 e il 6 gennaio 1918, la sorella Mariuccia – crocerossina durante la guerra – morì probabilmente di spagnola nel 1921. Le due figlie rimaste, Margherita e Barbara, diedero luogo ai due rami successivi della famiglia.
    Margherita sposò un cugino, Luigi Galante (di un altro ramo rispetto a quello della nonna paterna), mentre Barbara andò in sposa a Giotto Maraghini, figlio di Edoardo, insegnante e preside dal 1911 al 1922 al Liceo Lagrangia di Vercelli (preceduto nello stesso ruolo da Luigi Garrone dal 1908 al 1911 e seguito da Luigi Galante – insigne latinista – fino al 1926, quando morì prematuramente).
    Alla morte di Giuseppe ed Eugenio, verrà fatta richiesta al Re di poter unire il cognome Garrone, che si sarebbe estinto, a quello di Galante e Maraghini per ricordare i due fratelli. Tale permesso fu accordato e a partire dal 1919 venne formalizzato il doppio cognome.
    La strettissima rete familiare, si allargò a quella degli amici a partire dai legami di Luigi Garrone con Giovanni Faldella, Edmondo de Amicis, Ermenegildo Gallardi per poi ampliarsi a quella dei figli, Giuseppe ed Eugenio attraverso i rapporti universitari (primo fra tutti Francesco Ruffini e Piero Giacosa), i compagni del Club Alpino Italiano, i colleghi di lavoro e della vita militare a partire da Umberto Balestreri, Vittore Pansini, Guido Cimino, Guido Operti, Giuseppe Reina, Antonio Ragona. Altre figure fondamentali furono gli amici di famiglia Calissano Arullani, e, tra le amicizie femminili di Eugenio, Elena Malvezzi Giacosa e Laura Marsuzi, a testimonianza, ancora una volta, dell’amplissimo intreccio creatosi che sostenne i genitori anche dopo la morte dei due figli e pose le basi del cammino futuro dei discendenti.
    Il ramo dei Galante Garrone continuerà con i figli di Margherita e Luigi: Virginia, Alessandro e Carlo Galante Garrone. Virginia morì nel 1998 senza figli, Alessandro ebbe la figlia Giovanna, mentre Carlo ebbe Margherita (in arte Margot) e Alessandra (fondatrice della Scuola di Teatro di Bologna). Il figlio di Margherita, Andrea Liberovici, è attualmente (2021) l’unico erede da parte materna; il figlio di Alessandra, Matteo Franceschi, è con il padre, Vittorio Franceschi (regista e attore), attualmente erede della moglie Alessandra.
    Il ramo dei Maraghini Garrone continuerà con i cinque figli di Barbara e Giotto: Edoardo, Luigi, Maria Eugenia, Alessandra ed Elena. Edoardo a sua volta ebbe la figlia Chiara; Luigi: Eugenio e Paola, mentre Maria Eugenia e Alessandra non si sposeranno, ed Elena andrà sposa a Carlo Gazzola e avrà tre figli: Barbara, Maria e Giovanni.
    Mentre il ramo Galante Garrone, con Virginia, Alessandro e Carlo, sarà sempre attivo nella vita culturale, civile e politica del Paese durante tutto il Novecento, testimoniando i valori dell’antifascismo e della Resistenza, il ramo Maraghini Garrone manterrà l’impronta militare data dalla condotta di Giotto Maraghini, che parteciperà a tutti i fatti salienti della Marina fino alla sua morte avvenuta nel 1946, e dei suoi due figli, Edoardo e Luigi, il primo militare di leva, il secondo ufficiale di carriera in Marina durante la Seconda guerra mondiale. Edoardo fu impegnato sul fronte africano dove fu fatto prigioniero dagli americani e portato in un campo di prigionia in Texas, le cui vicende furono narrate dagli scrittori Tumiati e Berto. Luigi fu colpito ai primi di agosto del ’43 nel Canale di Sicilia nel corso delle ultime azioni di contrasto allo sbarco degli Alleati. Ferito, dopo varie vicissitudini, venne ricoverato all’ospedale di Livorno. Proseguì la carriera in Marina, tra Roma, Livorno, Taranto e Napoli; si trasferì nuovamente a Roma nel 1961 dove rimase in servizio fino al 1° Novembre 1974. Il fratello maggiore Edoardo, tornato dalla prigionia, si inserì nuovamente nella vita civile abbandonando definitivamente la vita militare.
    I due diversi rami della famiglia rimarranno sempre fortemente uniti e solidali, nonostante le diverse vicende vissute, così come testimonia il corpus epistolare giunto fino a noi.
    La memoria della famiglia è stata tramandata da Virginia Galante Garrone nei suoi libri. Un bel ritratto di Maria Garrone Ciaudano è inoltre riportato nel libro di Giani Stuparich, Giochi di fisionomie (Milano, 1946) con questa dedica: Questo mio libro dedicai, con intenzione, quando uscì nel 1942, alla memoria di Maria Garrone, madre delle medaglie d’oro Giuseppe ed Eugenio, caduti nella guerra del 1915-1918, donna che con mirabile fierezza s’era saputa tenere in disparte per dispregio ai tempi sciagurati; oggi lo ridedico a Lei con tanta maggiore gratitudine, in quanto il Suo nobile esempio ci ha guidati sulla via giusta. G.S. maggio 1946