Oriundo di Palestro, dove i suoi vecchi possedevano un modesto mulino, Luigi Garrone era nato il 1° luglio 1845 a Livorno Piemonte (oggi Livorno Ferraris), perché il padre vi aveva preso una piccola affittanza di terre. Mortogli il padre quando aveva appena due anni, era tornato a Palestro, affidato alla madre e agli zii materni. Grazie agli zii studia al liceo Lagrangia di Vercelli e poi si laurea in matematica all’Università di Torino, per tornare infine a Vercelli dove insegnerà questa disciplina per quasi un cinquantennio, temuto da intere generazioni di vercellesi per le sue famose «bocciature», ma rispettato e benvoluto. Fu anche Preside al Liceo Lagrangia di Vercelli dal 1908 al 1911 (è da notare che gli succederanno in questa carica Edoardo Maraghini dal 1911 al 1922 e Luigi Galante fino al 1926). Di un cattolicesimo raccolto e profondo, era alieno così da infatuazioni confessionali come da venature moderniste. Appartato dalla politica, era di ferma fede liberale: la sua lunga amicizia con Ermenegildo Gallardi, l’animoso direttore del giornale «La Sesia» di Vercelli, ce lo conferma. Diffidente e lontano, come tanti della sua generazione, dalle correnti radicali e socialiste era però cristianamente sensibile alla sorte dei diseredati, anche per le sue personali esperienze di fanciullo povero, e di uomo che si è fatto da sé. E in questo clima ottocentesco del vecchio Piemonte erano cresciuti i cinque figli, Margherita detta Tola (1882-1971), Giuseppe detto Pinotto o Toto (1886-1917), Eugenio detto Neno (1888-1918), Barbara detta Nuccia o Rina (1891-1980), Maria detta Mariuccia o Minuccina (1892-1921) nati dal matrimonio con Maria Ciaudano (1858-1938), celebrato il 10 agosto 1880. Dopo la morte dei due figli in guerra, si dedica a trascrivere le lettere ricevute da loro per farne un’antologia che venne pubblicata nel 1919 a Vercelli con il titolo di Ascensione Eroica. dalle Edizioni Ugo & Gallardi, (poi Treves, Milano, 1919) curata dal cognato Luigi Galante. Morirà il 29 agosto 1924.