Genio civile

  • Storia

    Il genio civile è un organo statale periferico, con compito di controllo, monitoraggio e sovrintendenza sulle opere pubbliche, a livello periferico e locale.

    In Italia venne introdotto nel Regno di Sardegna da Vittorio Emanuele I, con la denominazione di Corpo reale del genio civile. Il nuovo corpo rimase sottoposto al Ministero della Guerra e Marina fino al 1818, anno in cui passò sotto la direzione del Ministero degli Affari Interni; nel 1859 fu aggregato al Ministero dei lavori pubblici.

    Con l'unità d'Italia, venne riformato con legge 5 luglio 1882, n. 874, che attribuì ad esso la struttura che sostanzialmente ha mantenuto finora. Il regio decreto 3 settembre 1906, n. 522, ne precisò invece le sue funzioni. Vi lavorò come funzionario anche il poeta Salvatore Quasimodo.

    Le competenze del genio furono oggetto nel corso degli anni di un processo di decentramento amministrativo, infatti nel 1945 furono istituiti provvisoriamente i Provveditorati regionali alle opere pubbliche a cui vennero demandati la gestione tecnica, amministrativa ed economica dei lavori e dei servizi di competenza del Ministero dei lavori pubblici. Tale decentramento fu definitivamente sancito dal decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1955, n. 1534.

    Con l'istituzione delle Regioni, le competenze del genio civile furono trasferite a tali enti (con i decreti del Presidente della repubblica 15 gennaio 1972, n. 8 e 24 luglio 1977, n. 616).