Artigliere marconista, durante la Seconda guerra mondiale combatte sul fronte occidentale in Grecia e in Albania. Dopo l’8 settembre 1943 si sottrae alla resa e, nel marzo 1944, si unisce ai partigiani dell’imperiese entrando a far parte delle formazioni badogliane, inquadrate nella 13° brigata Val Tanaro e, successivamente, della 1° brigata garibaldina Belgrano, con la quale prende parte ai combattimenti di Nava. Nominato ad agosto intendente della brigata inquadrata nella 2° divisione Cascione, a settembre partecipa agli scontri nel Bosco di Rezzo e, ad ottobre, combatte a Piaggia e Upega, in alta val Tanaro (CN). Svolge un ruolo di coordinamento nel centro approvvigionamenti dislocato presso l’albergo Saccarello nella frazione Fontane di Frabosa Soprana, dal quale, in collegamento con gli uomini di Domenico Arnera (Aldo), intendente della Cascione catturato e poi fucilato a dicembre, giungevano alle formazioni i rifornimenti. A dicembre, quando la Belgrano va a costituire la 6° divisione Bonfante, Ghirardo viene nominato intendente divisionale continuando a svolgere, dal centro di Frabosa Soprana, la sua mansione. Il 24 marzo 1945, impegnato nel trasporto di un ingente quantitativo di viveri, al posto di blocco di Vessalico in valle Arroscia ha uno scontro a fuoco con una pattuglia tedesca, riuscendo, nonostante alcune ferite, a portare in salvo il carico.
Medaglia d’argento al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.210