Partigiano della 3° Brigata "Jori", 3° Divisione Garibaldi "Cichero", VI zona operativa Liguria.
Antifascista della prima ora, è marito della gappista Iolanda Cioncolini (Gigia). Entrambi vengono arrestati a fine luglio 1944 dopo una laboriosa indagine diretta dal capo dell'ufficio politico della Questura, Giusto Veneziani. Condannati a numerosi anni di prigione e deportati nel campo di concentramento di Bolzano, tornano a Genova dopo la Liberazione. Nel Fondo "Giannecchini-Toscano", busta 3, fascicolo n.8 conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea - ILSREC - di Genova, è reperibile copia statica di un rapporto sd redatto presumibilmente dal Veneziani stesso al termine delle indagini sui partigiani genovesi e contenente nominativi e sintesi dell’operato di numerosi "ribelli" tra cui il Ghirelli. in esso egli viene così descritto:
"Marito di Cioncolini Iolanda, segnalato dal Vidotto (il gappista Vidotto Mario) come uno dei capi comunisti di Sampierdarena, ha tentato di giustificarsi asserendo di essersi allontanato da Genova fino dal marzo decorso per andare a lavorare a Ventimiglia, ma a parere di questo ufficio il suo asserto dimostra proprio il contrario e cioè che, essendosi messo in vista nel periodo antecedente come organizzatore comunista, al momento della ripresa nazionale, avvenuta proprio in quel periodo di tempo, egli si è allontanato per timore di essere arrestato e inviato al campo di concentramento".