Giannecchini, Lilio (Toscano)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 21/06/1925

    Data di morte: 27/07/2014

  • Pseudonimo, nome assunto

    Toscano

  • Biografia

    Nel 1941 è disegnatore tecnico presso l’Ansaldo Meccanico di Genova Sampierdarena e l’anno successivo diventa membro di una cellula comunista, partecipando allo sciopero dello stabilimento. Arrestato e condotto al 4° braccio del carcere di Regina Coeli a Roma, viene con- dannato dal Tribunale speciale ad oltre sette anni di reclusione, ottenendo la sospensione della pena perché incorporato in un battaglione di alpini destinato al fronte.
    Dopo l’8 settembre riesce a tornare a Genova ove prende contatto con i compagni e partecipa ufficialmente all’organizzazione militare clandestina dal 13/11/1943. In novembre entra a far parte delle formazioni partigiane di montagna col grado di caposquadra della 3° brigata Liguria, nella zona di Capanne di Marcarolo (AL). A partire dal 13 novembre 1943 raccoglie, e successivamente dona, un'ampia raccolta di documenti all'Istituto Ligure per la Resistenza e l'Età Contemporanea -Ilsrec- di Genova, che costituisce la busta 14 del "Fondo AM" e il "Fondo Giannecchini-Toscano" in fase di catalogazione su questo Polo.
    Scampato al rastrellamento della Benedicta, diventa comandante di una squadra dei Gap genovesi partecipando il 23 maggio 1944 a Sampierdarena all’attentato al comandante fascista Benedetto Franchi e al gerarca Gildo Criscuolo e, il 7 giugno, a quello al generale Silvio Parodi. Nei giorni successivi si occupa del trasporto di un ingente quantitativo di armi e munizioni nella zona di monte Moro (GE) e di altre azioni di sabotaggio. Alla fine di giugno si aggrega al distaccamento Peter nella zona di Pannesi (GE) e partecipa agli scontri di Barbagelata. Quando il distaccamento si trasforma in brigata al comando di Aurelio Ferrando (Scrivia) ne viene nominato vicecomandante, carica che ricoprirà anche nella 58° brigata Oreste della 3° divisone Cichero (e poi della 4° divisione Pinan-Cichero). Partecipa inoltre allo scontro delle strette di Pertuso (AL) e a numerosi combattimenti tra cui quelli di Cartasegna presso Carrega Ligure, Borghetto Borbera e Cantalupo Ligure (AL).
    Il 26 marzo 1945 è tra i responsabili delle brigate che si incontrano per costituire la struttura di comando della nuova 4° divisione Pinan Cichero. Alla vigilia della Liberazione provvede, con i suoi distaccamenti, allo sminamento di ponti, strade, manufatti e all’isolamento di alcuni presidi tedeschi della valle Scrivia. Nei giorni della Liberazione partecipa alle trattative di resa del presidio tedesco di Savignone (GE). È stato infine direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della natìa Lucca.

    A fine dicembre 2012 Giannecchini, ormai 87enne, sta camminando in strada per rientrare nella Casa del Clero di Lucca di cui è ospite ma viene raggiunto e barbaramente aggredito da un giovane non molto alto che, nel pronunciare continui insulti, lo colpisce con una mazza a testa, collo e volto usando un'eccezionale violenza. Giannecchini cade tramortito e sanguinante ma prima di cadere nella semi-incoscienza riesce a vedere lo sconosciuto sfilargli il borsello, contenente dei soldi da usare l'indomani per un pagamento. I soccorsi arrivano rapidamente e l'uomo viene trasportato all'ospedale Campo di Marte con i denti inferiori completamente spezzati, quattro ferite da taglio sulla testa, altre ferite minori lacero-contuse, lividi e soprattutto un ematoma cerebrale nell'area destra che gli vale il trasferimento nel reparto di Neurochirurgia dell'ospedale di Cisanello.
    I motivi di un'aggressione così violenta sembrerebbero essere stati dettati dallo scopo di rapina, ma potrebbero anche essere di natura politica: nel 2011 ha ricevuto un foglio con la frase scritta al computer "Qualcuno non ha dimenticato" e l'emblema del fascio littorio. In tale anno Giannecchini è stato inoltre protagonista di una particolare vicenda giudiziaria, accusato di tentata violenza privata, violazione della privacy e abuso d'ufficio nel suo ruolo di direttore dell'Istituto della Resistenza di Lucca e per questo sollevato dal suo incarico. Le accuse sono state presentate dal professore universitario ed ex-sindaco di Barga (LU) Umberto Sereni, accusato da Giannecchini di essere accondiscendente nei confronti del fascismo tanto quanto suo padre, del quale "Toscano" possiede un dossier che ha minacciato di rendere pubblico se Umberto Sereni presentasse le intenzioni di candidarsi alle elezioni. Giannecchini è stato completamente assolto da tutte le accuse con formula piena, ma non si è più ripreso dagli strascichi della vicenda e da quel momento ha avuto una notevole decadenza psico-fisica.

    Fonte delle notizie relative all'attività partigiana: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.212