Ex paracadutista si unisce ai gruppi di antifascisti che nei pressi dei laghi della Lavagnina, nella primavera del 1944, costituiscono la 3° brigata Garibaldi Liguria. Raggiunge il grado di
vice comandante di brigata e di comandante militare del 7° distaccamento Gap, forte di circa 170 uomini. Durante il rastrellamento del 6 aprile nella zona della Benedicta, organizza lo sganciamento dei propri uomini disponendoli in piccoli gruppi, indirizzandoli in varie direzioni, riuscendo a superare l’accerchiamento e a raggiungere la periferia di Genova.
Dopo la disfatta della 3° brigata Gonzatti, con Grga Cupic (Boro) e altri superstiti del rastrellamento, si stabilisce a Garrone nei pressi di Rossiglione, e, con la collaborazione delle squadre di fondo valle, procede ad una sistematica battuta nelle zone dove precedentemente
erano stati dislocati i distaccamenti della brigata riuscendo a recuperare armi, munizioni e altro materiale utile ai futuri reparti. Attivo nel lavoro di ricostituzione delle formazioni, già
nel giugno 1944 riesce a raccogliere un centinaio di effettivi che vanno a formare la brigata
Buranello, della quale assume il comando sino a metà luglio quando, recatosi a Genova per
effettuare azioni gappiste, viene individuato.
Dopo il suo arresto è inviato a Bolzano da dove, il 5 ottobre 1944, viene deportato in Germania
nel lager di Dachau. Riuscirà a fare ritorno in Italia dopo la liberazione del campo, avvenuta il 29 aprile 1945.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.221-222