Sapista e giovane cospiratore antifascista, è organizzato dal Pci dal 1941 e compie le sue prime azioni nel 1942. Nel luglio 1943 viene arrestato per motivi politici ma, non essendo state trovate prove concrete contro di lui, viene rilasciato.
Subito dopo l'8 settembre 1943 si adopera per nascondere numerose armi e munizioni a favore delle Squadre di Azione Patriottica. Al momento della costituzione delle Brigate Sap cittadine entra immediatamente nei ranghi della 687° Brigata Garibaldi Sap "Nino Franchi" apportando esperienza in fatto di sabotaggi e disarmi. Incolpato a ragione di omicidio politico dalla polizia fascista e per questo ricercato, riesce tuttavia a sfuggirne senza mai abbandonare il posto di combattimento.
Rimane gravemente ferito alla testa quando una bomba artigianale ad orologeria, del tipo che era solito costruire, gli esplode vicino provocandogli danni che non può curare accuratamente se non con clandestini mezzi di fortuna. Non ancora guarito, riprende comunque il suo posto nella Brigata al momento dell'insurrezione popolare e solo dopo la definitiva Liberazione accetta di essere portato in ospedale per cure migliori.