Già dal 1919 studenti universitari cominciarono ad aderire al neonato movimento dei Fasci italiani di combattimento, formando in numerose città squadre d'azione formate da goliardi. Nel 1920 nacquero ufficialmente i primi Gruppi Universitari Fascisti, nelle città sedi di ateneo, e raccoglievano tutti gli universitari che si riconoscevano prima nel programma sansepolcrista e dei Fasci italiani di combattimento e dal novembre 1921 nel Partito Nazionale Fascista. Nel 1926 furono posti alle dipendenze dei segretari federali delle Federazioni provinciali fasciste.
Nel 1927, dopo la totalitarizzazione dello Stato, si ebbe una ristrutturazione dei gruppi che ebbero anche un'organizzazione centrale e passarono alle dirette dipendenze del Partito Nazionale Fascista (PNF). Gli aderenti ai GUF non erano inquadrati nelle altre organizzazioni giovanili del partito. Il Partito si dedicò così alla loro organizzazione e all'educazione di questa gioventù che, secondo Benito Mussolini, avrebbe dovuto rappresentare "la futura classe dirigente" d'Italia. Infine nel 1931 furono dipendenti direttamente dal segretario del PNF, che divenne anche segretario generale dei GUF.
Facevano parte dei GUF, gruppi a iscrizione su base esclusivamente volontaria, i giovani tra i 18 e i 28 anni che provenivano dalla Gioventù Italiana del Littorio (GIL) iscritti a un'università, a un istituto superiore, a un'accademia militare o all'Accademia fascista della GIL.
I Gruppi Universitari Fascisti erano cooptati in nuclei di almeno 25 fascisti universitari, costituiti in ogni città, sotto il comando di un responsabile nominato dal Segretario federale del partito, su proposta del Segretario del GUF. I responsabili di ogni nucleo facevano parte del Direttorio del Fascio di Combattimento locale. Ogni GUF aveva sezioni di laureati e diplomati, una Sezione Studenti Stranieri (dove ve ne fossero stati) e una Sezione femminile, di cui facevano parte le studentesse universitarie, le laureate e le diplomate fino ai 28 anni.
I GUF erano impegnati in: