I Gruppi di azione patriottica nascono nel settembre 1943 per iniziativa del comando delle brigate Garibaldi. Creati per compiere temerarie azioni in ambito cittadino e totalmente separati da qualsiasi altra formazione resistenziale, i Gap sono costituiti da nuclei a “compartimento stagno” (i membri di una squadra ignorano quelli delle altre) che, composti al massimo da quattro elementi, vengono inquadrati in distaccamenti, guidati ciascuno da un comandante e un commissario in contatto, tramite corrieri, con tre cellule. Obiettivo dei Gap sono azioni clamorose, compiute spesso in pieno giorno e nei centri urbani, quali attentati contro esponenti della Rsi e dell’esercito tedesco, spie, delatori, sabotaggi e distruzioni di impianti e installazioni nemiche, appoggio agli scioperi operai. Una lotta, compiuta in solitudine e nel più rigoroso anonimato, che richiedeva grande coraggio, nervi d’acciaio, saldezza d’animo, ferrea convinzione, un insieme di doti non comuni che spiega il motivo per cui il numero dei gappisti risulti così esiguo rispetto a quello dei partigiani di montagna, organizzati in brigate e rafforzati nel morale dalla condivisione dei rischi e dei sacrifici. Fortemente voluti dal Pci ma osteggiati dagli altri partiti antifascisti che non condividevano simili atti terroristici forieri di possibili rappresaglie nazifasciste, i Gap si ripromettono anzitutto di combattere il cosiddetto “attesismo” e di infondere coraggio nella popolazione. Tra le principali azioni dei Gap liguri, guidati inizialmente da Giacomo Buranello (Pietro), vanno ricordati i mortali agguati al console savonese della milizia Oggioni e al capomanipolo delle Camicie nere genovesi Manlio Oddone, l’attacco a La Spezia contro un convoglio tranviario occupato da ufficiali e militi della X Mas, l’attentato al cinema Odeon, locale genovese riservato ai soldati tedeschi, cui fece seguito la rappresaglia nazista del Turchino, l’uccisione a Savignone del generale della Gnr Silvio Parodi, scampato a un precedente agguato, l’attentato a un bar genovese frequentato dai tedeschi in via del Campo, l’attacco nello spezzino al podestà di Sesta Godano Tullio Bertoni. Da sottolineare la penuria di studi sui Gap, ritardo storiografico imputabile, oltre che a una certa carenza di fonti, sia alle divergenze valutative in seno al Cln sulla legittimità ed utilità di tale fenomeno, sia all’imbarazzo nel trattare un tipo di lotta in grado di evocare i fantasmi di un terrorismo rosso ispiratosi, pur in un contesto storico e ideologico totalmente diverso, alle gesta di questi uomini.